Santa Maria delle Grazie a Soncino

Pubblicato il da ricarolricecitocororo - il mio canto libero

Nel comune lombardo di Soncino, in provincia di Cremona, si erge il Santuario di Santa Maria delle Grazie. Questo edificio sacro rappresenta non solo un capolavoro architettonico, ma anche un simbolo di devozione e impegno comunitario che ha resistito al passare dei secoli.

La storia e il significato

La storia del santuario affonda le sue radici nel desiderio dei Carmelitani di erigere un luogo di culto dedicato alla Vergine Maria. Già possedevano una cappella dedicata alla Madonna delle Grazie nell'area circostante, e la decisione di costruire un santuario più grande e solenne fu presa nel 1501. La popolazione locale si unì con entusiasmo al progetto, contribuendo con donazioni significative che resero possibile la realizzazione dell'edificio. I lavori iniziarono con fervore e, dopo quattordici anni di intensa attività, l'opera fu completata nel 1515 e consacrata nel 1528, testimoniando la devozione e l'impegno della comunità.

La facciata

La facciata del santuario, pur presentando una sobria semplicità, emana un fascino intramontabile. Suddivisa in tre parti da rinforzi angolari ed elementi architettonici centrali, accoglie i visitatori con un portale in pietra che regala un'anteprima delle meraviglie custodite al suo interno. Questo portale, adornato da due stemmi della famiglia Stampa e da una scultura raffigurante la Madonna delle Grazie, rappresenta un'opera d'arte che incanta per la sua delicatezza e significato spirituale.

Le cappelle e la volta

Una volta varcata la soglia, ci si trova immersi in un tesoro di opere d'arte di inestimabile valore. Le dieci cappelle laterali racchiudono capolavori artistici, mentre il presbiterio, ornato da affreschi stupefacenti, cattura lo sguardo e l'anima dei visitatori. Opere attribuite a rinomati artisti del Rinascimento come Francesco Scanzi, Giulio Campi e G. Antonio Pezzoni adornano le pareti, portando alla luce maestria e bellezza. Di grande rilevanza è soprattutto la decorazione delle cappelle. Si devono a Francesco Scanzi la prima, la quarta e la quinta a sinistra e tutte le cappelle a destra. I soggetti sono principalmente la Madonna col Bambino, la fuga in Egitto, l'Annunciazione, l'apparizione di Gesù alla Maddalena e rappresentazione di vari santi. Il presbitero è con volta a crociera, e nelle quattro vele sono raffigurati gli Evangelisti attribuiti a Giulio Campi. Allo stesso pittore cremonese viene attribuita l'Assunzione di Maria in un tripudio di angeli rappresentata in alto al centro della chiesa. La critica vede in tutti gli affreschi del Campi una svolta in atto verso un sempre più consapevole coinvolgimento del pittore nell'avventura manieristica: i colori vivaci, i panneggi elaborati, la ricercata elaborazione della composizione l'accentuata espressività.

Il Giudizio universale

Due pittori locali, i fratelli Francesco e Bernardino Carminati, furono incaricati nel 1530 di decorare la controfacciata con una visione del Giudizio universale. In alto è descritto il Paradiso, con la corte celeste raccolta intorno a Gesù. Il Cristo giudice scende dall’empireo soprastante, sfolgorante di luce solare, e siede sulle nuvole. Rivestito da un mantello color rosso, mostra ai risorti le ferite sulle mani e sui piedi e sul costato. La sua parusia è accompagnata dall’esibizione degli strumenti della passione (la corona di spine, i chiodi, la croce, la colonna della flagellazione, la lancia e la canna con la spugna) a cura di un gruppo di angeli in volo. Il giudice è affiancato dai due intercessori (la madre Maria e il precursore Giovanni Battista) che ne impetrano la misericordia nei confronti dei risorti. Sulla parete a destra del portone d’ingresso è descritto l’Inferno. In primo piano si vede l’arrivo del corteo dei dannati sulla trista riviera del fiume infernale. La scena è una citazione del canto terzo dell’Inferno. I dannati sono accolti a colpi di forconi incandescenti, infilzati dai diavoli e condotti a suon di bastonate verso la nave di Caronte.  Al di là del fiume si offre l’apocalittico spettacolo della Babilonia infernale in fiamme. Un furioso incendio brucia le architetture urbane della civitas diaboli. Tra il fumo delle case in combustione, si aggirano le ombre di diavoli che trasportano i dannati, li incatenano e li spingono verso l’ingresso dell’Inferno, la gola del mostruoso Leviatano biblico. Le pene infernali non sono mostrate, ma tra gli uomini e le donne condotte alla perdizione spiccano le tonsure dei religiosi infedeli ai loro voti e persino la mitria di un vescovo.

Il Santuario di Santa Maria delle Grazie a Soncino non è soltanto un luogo di culto, ma un concentrato di storia, arte e fede che continua a incantare e ispirare visitatori provenienti da ogni angolo del mondo. La sua bellezza e la sua importanza artistica e spirituale rimangono un testimone tangibile della devozione e dell'abilità artistica dei secoli passati, celebrando la grandezza dell'arte sacra e della fede che continua a trascendere il tempo.

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Santa Maria delle Grazie a Soncino
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