Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana

Lorenzo Milani, una figura di notevole spicco nella cultura italiana, per me, un profeta che ha saputo anticipare i tempi, una persona che ha messo in crisi ideologi, teologi, preti, politici …
Lorenzo Milani è diventato un punto di riferimento, una ispirazione per chi da laico o da credente ha seguito la sua linea di pensiero.
Bisogna però leggere i suoi scritti per capire la grandezza del personaggio, la sua vera essenza, andare direttamente alla fonte per provare le emozioni che solo le sue parole sanno trasmettere.
Quello che ha lasciato in parole e in scritto non ha bisogno d’interpretazione per la grande chiarezza con cui parlava, usando toni molto diretti.
Questa raccolta di lettere vuole essere proprio una testimonianza della sua vita e della sua grande esperienza umana.
Le lettere sono state raccolte da Michele Gesualdi insieme ad altri allievi della scuola di Barbiana
Le lettere sono messe in ordine temporale e quindi si notano bene gli stadi della malattia che lo porteranno alla morte, inoltre, in questi scritti, si sente il cuore di don Lorenzo le sue emozioni, le sue passioni, i suoi aneliti, le sue speranze …
Mi ha colpito il suo modo di scrivere chiaro e lineare, l’amore per i suoi ragazzi di montagna, la predilezione per i poveri e gli sfortunati, il contrasto la borghesia e con le gerarchie ecclesiastiche.
Una raccolta di scritti che segue la sua vita.
Mi ha molto emozionato leggere le sue ultime lettere prima di morire.
“Il priore stava sempre peggio. Da tempo non prendeva più ragazzi a scuola. I poche rimasti erano i più difficili e il Priore, ormai vicino alla fine, non aveva più la forza di seguirli. Barbiana, 4,4,1967
Caro Francuccio, (uno dei suoi ragazzi di Barbiana, che insieme a Michele sono gli eredi del suo lavoro e della sua opera)
Profitto del fatto che stasera sto meglio per scriverti io. Stasera ho provato a mettere un disco di Beethoven per vedere se posso ritornare al mio mondo e alla mia razza …
Vedo invece che non me ne importa nulla. Volevo anche scrivere sulla porta “I don’t care più” (“non me ne importa più” si riferisce, scherzosamente ripudiandolo, al motto “I care” in inglese, mi preme, mi sta a cuore), ma invece me ne “care” ancora molto, tanto più che domenica mattina quando avevo deciso di chiudere ogni bottega (scolastica e parrocchiale) Dio m’ha mandato Ferruccio e Enzo e una fila d’altri ragazzi di San Donato come per dire che devo seguitare ad amare le creature giorno per giorno come fanno le maestre e le puttane …. Un abbraccio, tuo Lorenzo”

Parole dirette e estremamente vere.
Al termine delle lettere il suo testamento breve e significativo.
“Caro Michele, caro Francuccio, cari ragazzi, non ho punti debiti verso di voi, ma solo crediti. Verso l’Eda invece ho solo debiti e nessun credito. Traetene le conseguenze sia sul piano affettivo che su quello economico. Un abbraccio affettuoso, vostro Lorenzo.
Cari altri, non vi offendete se non vi ho rammentato. Questo non è un documento importante, è solo un regolamento di conti di casa (le cose che avevo da dire le ho dette da vivo fino ad annoiarvi).
Un abbraccio affettuoso, vostro Lorenzo.
Caro Michele, caro Francuccio, cari ragazzi, non è vero che non ho debiti verso di voi. L’ho scritto per dar forza al discorso! Ho voluto più bene a voi che a Dio. Ma ho speranza che lui non stia attento a queste sottigliezze e abbia scritto tutto al suo conto. Un abbraccio, vostro Lorenzo”.
Lorenzo Milani morì a Firenze il 26 giugno 1967.
Volle essere seppellito a Barbiana.
I suoi “ragazzi” sono sparsi per l’Italia e anche all’estero, impegnati nel sindacato e nella scuola.
La sua vita è stata intensa e appassionata mossa dai suoi grandi ideali cristiani di amore e solidarietà con i più deboli.
Una figura che, a mio avviso, ha lasciato un segno e, attraverso i suoi scritti, comunica ancora forti motivazioni di impegno sociale.