Bombe e sofferenza

Pubblicato il da ricarolricecitocororo - il mio canto libero

Un racconto dedicato alla scuola secondaria di primo grado tratta delle vicende italiane della seconda guerra mondiale.
L'autrice Rossana Guarnieri, nata a Siena, è scrittrice e traduttrice di numerose opere per l’infanzia e l’adolescenza.
La trama
La devastante esperienza della Seconda guerra mondiale ha dimostrato che le nuove guerre non sono state dirette solo a obiettivi militari, ma hanno colpito anche i centri abitati, la popolazione civile, il patrimonio culturale. È la “guerra totale”, che assimila i soldati ai civili e travolge tutte le risorse di un Paese, con il ricorso ad armi più potenti e nuove strategie, alla guerra economica, alla guerra psicologica.
La popolazione civile in questa terribile esperienza ha provato sulla propria pelle i bombardamenti, i rastrellamenti, la fame, i lutti ...
Questo breve romanzo è ambientato in Toscana nel 1944, proprio lungo la "Linea Gotica" e descrive le storie avventurose e spesso ingenue dei due ragazzi protagonisti Vittorio e Sergio.
In questo intrecciarsi di vicende, l'autrice riesce a far emergere i sentimenti, le paure, la coraggiosa solidarietà, lo spirito di fratellanza e , in molti casi, la comprensione verso il nemico che hanno animato molti abitanti delle nostre campagne.
Il libro
Il romanzo si snoda in 21 capitoli giungendo nell'ultimo a parlare della libertà raggiunta con il superamento della "Linea Gotica" da parte degli Alleati.
La seconda parte del libro presenta la Seconda Guerra mondiale con notizie e curiosità storiche a cura di Elena Frontaloni.

La linea Gotica
Nella seconda parte del libro, il testo presenta un sintesi storica che spiega il significato della Linea Gotica (Gotenstellung in tedesco), che tagliò in due l’Italia, dall’Adriatico al Tirreno (270 km di lunghezza, da Massa a Pesaro), interessando dunque, sul versante occidentale, l’Appennino toscano e divenendo il fronte principale degli scontri a partire dal 30 ottobre 1944. 
Nelle zone della Toscana interessate a questa fetta del fronte sono rimasti tangibili segni delle Opere preparate dall’esercito tedesco: bunker fortificazioni, sentieri, valli anticarro (si vedano, tra gli altri, i resti di Borgo a Mozzano, nella Valle del Serchio). 
Gli scontri produssero un consistente numero di morti sia dalla parte della Wehrmacht e dell’esercito della RSI (430.000 c.a), sia dalla parte degli Alleati (350.000). 
Una vera e propria carneficina fu poi quella compiuta ai danni dei civili; carneficina di cui ci si rende conto visitando i cimiteri delle città interessate. 
Il punto è proprio questo: la Linea Gotica, che ben presto Hitler ribattezzò Linea verde, per evitare l’accostamento con le invasioni dei Goti, fu l’ultima tappa della strategia pensata dal Fuhrer e da Kesserling, che avevano appunto progettato di difendere ad oltranza ogni metro di terra presieduto, senza tenere in nessun conto che, a questo modo, si sarebbe inevitabilmente andato a danneggiare città, strutture e luoghi abitati. 
Gli episodi connessi all’ultima stagione dell’occupazione tedesca finirono così per pesare in particolar modo sui civili, i beni, le strutture e le vie di comunicazione che permettevano loro di vivere, lavorare per la sopravvivenza, spostarsi e, in ultimo, scampare ai rigori della guerra. 
Importante, ad esempio, fu il problema del mantenimento del bestiame, prima e fondamentale risorsa di sopravvivenza, che venne spesso razziato dall’esercito nazista in ritirata. 
Durante la costruzione della Linea, molti civili vennero inoltre costretti a collaborare tramite lavori forzati; i continui rastrellamenti nazisti delle campagne a caccia di partigiani e divisioni di Alleati ebbero come vittime soprattutto le persone comuni. 
Man mano che si ritiravano, i nazisti vollero far terra bruciata dietro di loro: distrussero acquedotti, ospedali, centrali elettriche, snodi di comunicazione essenziali.

I contadini e la guerra
Sempre la seconda parte del libro sottolinea l'importanza del mondo contadino, soprattutto in Toscana e in Emilia, che fornì moltissime leve all’azione partigiana, e soffrì in maniera estremamente dolorosa sia l’occupazione tedesca, sia le azioni di bombardamento alleate, tra il 1943 e il 1945. 
Già prima aveva subito i colpi del regime fascista, un regime che peraltro puntava molto su atteggiamenti di valorizzazione della sana “civiltà dei campi”, che doveva produrre le risorse utili a rendere l’Italia totalmente indipendente e insieme fortemente caratterizzata sotto il profilo della produzione agricola. 
All’inizio, gli intenti manifestati da Mussolini rispetto alle campagne avevano sollecitato una certa adesione nei riguardi del regime. 
Ma poi era venuta la crisi economica, e poco tollerabile poteva essere una politica estera che sempre più sottraeva giovani forze al lavoro dei campi, spingendole a morire prima sui fronti dell’Albania, poi su quelli della Russia e della Grecia. 
Dopo l’armistizio dell’8 settembre, l’atteggiamento più ricorrente da parte dei contadini, che del regime ne avevano avuto già abbastanza, fu quello di sostenere i militari dispersi dell’esercito del Re (che nel frattempo era fuggito insieme a Badoglio a Brindisi) e i reduci dai campi di concentramento o i prigionieri stranieri per vie traverse liberati e raminghi per le campagne, in cerca d’aiuto. 
Il libro evidenzia in maniera chiara come i contadini simpatizzarono subito con la ricca compagine di persone allo sbando completo che era uscita dall’armistizio. Mano a mano, e soprattutto nel Centro Nord, questi iniziarono a vedere soprattutto nei partigiani figure insieme familiari (come meno potevano apparire gli alleati) e in lotta con un regime che li aveva progressivamente privati di risorse economiche, figli, sicurezze e che ora si trovava alleato con i terribili nazisti che li bersagliavano continuamente con rastrellamenti, incursioni, richieste di viveri, e ancora con le rappresaglie sanguinose di cui s’è già detto. 
Anche da parte dei partigiani ci fu tutta l’intenzione di rendersi amici i contadini. Ed è un legame tra i più fruttuosi proprio quello instaurato dalle forze antifasciste e partigiane con i mezzadri che, per lo più, affollavano le campagne toscane. 
Come ha scritto Roberto Battaglia, uno dei maggiori storici che s’è occupato del problema: 
“Se in Abruzzo la Resistenza nasce direttamente dal movimento dei contadini poveri della montagna, se nelle Marche la classe operaia esercita in modo fin troppo deciso, e rischiando la rottura, i suoi compiti d’avanguardia, solo in Toscana i rapporti fra operai e contadini si pongono in modo nuovo.
Mancano in Toscana i grandi spazi vuoti in cui possono attestarsi in condizioni di relativa sicurezza le formazioni partigiane.
Perciò la tattica dei partigiani toscani è ben diversa da quella che si sviluppa contemporaneamente nelle vallate alpine: 
le formazioni debbono essere agilissime, in continuo movimento, per sfuggire all’offesa avversaria debbono praticare una guerra corsara, silenziosa e veloce, che invece di muoversi tra ondate d’acqua salsa si muovano tra precipizi di viti e d’olivo. 
Il movimento partigiano ha agito come catalizzatore in una situazione in cui già i germi della ribellione e del malcontento erano stati introdotti nel corso della guerra, a causa dell’oppressione fascista delle campagne e la lotta di liberazione incise dall’interno nella società contadina, corrodendo l’istituto paternalistico della mezzadria”. 
Occorre pure dire che i contadini furono disposti spesso ad aiutare i partigiani senza chiedere nulla in cambio, né denaro, né riconoscimenti, né salvezze d’alcun tipo. 
La loro, fu una forza silenziosa e spesso testarda (testardamente ancorata al luogo in cui lavoravano), che di frequente sopportò bombe, assalti, espropriazioni richieste d’aiuto per semplice spirito di solidarietà e compassione. 
E, ancora con lo stesso animo, si ribellò spesso alle ingiustizie cui cadde vittima.

Le sofferenze della guerra
La vicenda del libro si inserisce in un contesto storico ben preciso dove l'anelito alla libertà si intreccia con le vicende della gente semplice e umile delle campagne.
Un libretto che fa passare attraverso il racconto nozioni importante della nostra storia recente, adatto alle scuole e non solo.
E' a mio avviso, un utile strumento per non dimenticare le sofferenze che ogni guerra sempre provoca.

 

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