Stupidità e saggezza digitale

Cyber Stupidity vs. Cyber Wisdom, stupidità digitale vs. saggezza digitale: a coniare entrambi i termini è Marc Prensky che nel 2011, rivisitando la definizione di “nativi digitali” che egli stesso dieci anni prima aveva prodotto, riflette sulla stupidità e sulla saggezza digitale. Potremmo definire stupidità digitale l’insieme di tutti quei comportamenti scorretti in rete; di contro la saggezza digitale è propria di chi, conoscendo il mondo digitale, sa utilizzarlo con virtù. In quanto elemento complesso, anche la fenomenologia della cyberstupidity è articolata e complessa allo stesso modo. Proviamo a descrivere alcune sue forme. La prima forma che descriviamo è il cyberbullying, cyberbullismo, caratterizzato dall’iterazione dell’atto persecutorio, dall’intenzionalità vessatoria del fautore, della risposta importante del gruppo. Il cyberbullying, proprio per il fatto di essere cyber e quindi in rete, ha alcuni aspetti enfatizzanti per i quali chi è vittima di cyberbullying ha la percezione di non poter sfuggire all’oppressione del gruppo. Quando invece a essere protagonisti sono tutti quei commenti che hanno a che fare con il corpo altrui, la cyberstupidity assume il nome di bodyshaming, dalle parole inglesi body (corpo) e shame (vergogna): in questo caso lo spazio pubblico del social network diventa un contenitore di commenti che arrivano ad essere insulti nei confronti del corpo di una persona, magari perchè “troppo grassa” o “troppo magra”, perchè indossa vestiti che poco seguono la moda del momento o perchè non risponde ai canoni di bellezza e di normalità assunti come veri dalla società. Esiste poi il flaming, in inglese qualcosa che prende fuoco: è il caso del commento postato volutamente per infiammare una discussione, che quindi utilizza un linguaggio molto aggressivo di confronto (ad esempio, lettere maiuscole e punti esclamativi rappresentano, in rete, un discorso urlato). Spesso questa forma di stupidità digitale genera altra violenza verbale in un’escalation di brutalità che diventa difficile da calmare o addirittura da fermare. Il sexting, crasi tra le parole inglesi sex e texting, riguarda l’azione di messaggiare utilizzando testi, foto e video sessualmente espliciti: tutte azioni che fanno venire meno il valore del proprio corpo e della propria intimità, temi importantissimi e delicati nel corso della preadolescenza e l’adolescenza. Quelli descritti sono solo alcuni tipi di cyberstupidity, forse quelli più conosciuti, ma bisogna tenere conto che il panorama è vasto come è vasto e complesso l’utilizzo della rete. Per questo è necessaria una certa attenzione e un’approfondita conoscenza dei fenomeni da parte degli adulti educatori, affinchè si possano prevedere (e ovviamente prevenire) eventuali gravi conseguenze. Gli interventi in ambito educativo con i ragazzi contro la cyberstupidity sono focalizzati ad assumere e fare propri, da parte loro, i comportamenti tipici di chi è saggio digitale (cyber wise). Se lo stupido digitale è chi è sprovveduto, chi non crede che i media debbano essere trattati con attenzione, chi non pensa alle conseguenze delle proprie azioni e che non è responsabile di esse, chi manca di senso critico, il saggio digitale – al contrario - è un buon cittadino digitale: attua comportamenti virtuosi in rete, rispetta la forma verbale, lo spazio e il corpo altrui, è consapevole di ciò che pubblica, contribuisce a una comunicazione generativa.
Irene Mauro
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