Caetano Veloso: Estrangeiro

Pubblicato il da ricarolricecitocororo - il mio canto libero

L'album “ Estrangeiro” è uno dei primi concept brasiliani che racconta in chiave intellettuale le vicende del cantautore, sempre avvolto nelle problematiche derivanti dalla lotta di classe. Una nitida fotografia del suo Paese, che proviene dagli anni di una profonda crisi economica. La scaletta, come in tutti i successivi lavori del compositore, è costituita da parti cantate innovative, che hanno sempre alleggerito ogni tensione musicale e da una ricomposizione radicale della tradizione musicale brasiliana per meglio proiettarla nel futuro. Poco importa se parlo di un disco “brasiliano” o se lo stesso musicista sia un anti governativo da definizione oppure no; le sue canzoni comunicano in modo lampante, e lo fanno da sé: i suoni ricercati tra le grandi produzioni cosmopolite si odono e si fondono bene con la schiettezza e l’irriverenza dei testi, rivelando un’ importante crescita professionale sia nella scrittura e sia nella composizione, riuscendo così a rimanere nella quasi totalità dei casi, originale e credibile. La figura della testa raziocinante del disco è data da Caetano Veloso, conosciuto per il suo modo di improvvisare e per la sua raffinatezza stilistica di elevato potere incantatorio. Ha costantemente concepito nella sua carriera professionale numerose composizioni senza avere la paura di espandere suoni ostici, portando tutto il suo pensiero verso una visione unitaria, che sapeva coniugare emozioni melodiche e rabbia eufonica, con un obiettivo nobile: portare il suo messaggio di pace al cuore delle generazioni future.L’album porta un’ importante innovazione che si può gustare attraverso le dieci tracce: le sue note sono momenti di autentica ispirazione, di brillanti soluzioni nelle strutture dei movimenti, oltre ad una ininterrotta espansione della musica brasiliana. Lui è semplicemente un musicista che è andato oltre ogni possibile interpretazione: sempre eterogeneo, elegante, esperto nel mescolare vari generi musicali con assoluta disinvoltura, conquistando inevitabilmente gli appassionati delle canzoni tradizionali, facendosi apprezzare anche sotto l’aspetto del genio innovatore. Pur avendo passato un vita politicamente travagliata, a questo cantautore e chitarrista si può perdonare tutto, in quanto genio ribelle. Ciò che ho apprezzato dopo l’ascolto di questo cd è stato l’armoniosa, la sequenza razionale di ogni brano e la successione di emozioni corrispondenti ai motivi tematici voluti dal grande cantautore. L’ascoltatore attento potrà apprezzare il suo entusiasmo scintillante nella ricercatezza smisurata del suono perfetto, distaccandosi nettamente dalla musica convenzionale di Gilberto Gil, di Joao Gilberto e di Vinícius de Moraes. Il cast che ha partecipato alla lavorazione del disco è non è stato numericamente ridotto ed è stato qualitativamente sontuoso, con Peter Scherer alle tastiere, Arto Lindsay, Bill Frisell, Marc Ribot e Toni Costa alle chitarre, Tavinho Fialho al basso, Tony Lewis e Cesinha alle batterie, ed infine Nana Vasconcelos e Carlinhos Brown alle percussioni: ogni esecuzione della band è stata spettacolare, ieratica e maestosa al tempo stesso.

Dal punto di vista musicale mi sono trovato di fronte a una singolare commistione tra musica popolare brasiliana, bossa nova, alcuni elementi provenienti dalla cultura pop, ed alcuni ritrovati singolari elettronici ripresi da altri lavori, mentre il suono è stato selezionato da sovrastrutture quasi introverse, accompagnate in primo piano dalla voce maculata di Veloso, imbevuta spesso di una rabbia appena sfumata.Il canto del leader diventa con il trascorre dell’ascolto una giostra entusiastica, una serenata remissiva capace di regalare la finissima arte della musica tutta brasiliana. Con la presentazione di questo lavoro mi sono preparato ad un piacevole assedio di testi dalla densità morale che pochi eguali nella storia della musica brasiliana sono riusciti a realizzare. Dieci tracce una più bella dell'altra, senza riempitivi inutili, con temi dotati di quel rapporto musica/successo, istinto/ratio di impeccabile fattura artistica.

Lasciamoci ora trasportare da qualche significativa traccia.

Introduco subito la prima traccia di apertura intitolata “ O estrangero” (durata 6.14). Una musica quasi naturale che sorge dall’istinto e come tale ha saputo legare tante note incisive, ardenti e soavi. Lo stile del cantautore, il cui fine è semplicemente una perfetta simbiosi di arte e vita, è stata capace di infondere nella mia mente numerose sequenze incantevoli e tante soluzioni strumentali dalla calibrata impronta brasiliana. Prodotto da Peter Scherer e Arto Lindsay, la voce di Veloso sin dai primi minuti di ascolto viene accompagnata dal suono delle percussioni di Nana Vasconcelos , e di Carlinhos Brown , dall’incantevoli chitarre di Bill Frisell e Marc Ribot in modo delicato ma incisivo al fine di far respirare all’ascoltatore quell’anima brasiliana assiduamente forte. Al termine dell’ascolto si è facilmente trasportati fra le immaginarie strade brulicanti di persone brasiliane , ricche di buona musica, di colori accesi estremamente solari e ricche di gioia. Dieci

Non da meno appare la seconda traccia “Rai das cores” (durata 2.37). Veloso incanta l’ascoltatore per la sua voce sottile che ben si intona con l’atmosfera prettamente brasiliana. Questo brano andrebbe adeguatamente valorizzato solamente per la dedizione e passione poste in essere dal cantautore. “Rai das cores” decolla sia per gli arrangiamenti e sia per l’incontro e scontro delle stratificazioni della linea vocale di Veloso , quanto mai ricca ed incisiva sin dai primi minuti di ascolto. L’elemento ritmico è molto pronunciato, senza alcuna compromissione per l’esotismo e per l’esuberanza delle percussioni, elementi importanti di questa esecuzione. Dieci

In “Branquinha” (durata 2.35) la voce di Veloso acquista sin da subito una grande profondità, un distinto fascino brasiliano: la caratura dell’esecuzione è piena di un sound efficace e denso e la struttura complessivamente mi è sembrata alquanto free, con un tempo ritmico sottilmente irregolare ma convincente. Con tali caratteristiche questo brano è diventato il simbolo di una perfezione ben assestata che tutto assorbe e tutto trasforma. Nove

“Os outros romanticos” (durata 4.58) rappresenta un altro esempio di musica brasiliana con spunti decisamente poetici . Lo scopo del cantautore era quella di infrangere le regole di una musica convenzionale e di modellare un suono che fosse pura espressione di una rinnovata verve compositiva. Devo ammettere che con questa registrazione il suo obiettivo è stato raggiunto. Infatti il brano inizia con una dichiarazione d’intenti molto esplicita, con note vibratili dal freddo impatto. La voce di Veloso entra subito in gioco presentando una singolare melodia capace di far tremare anche una vecchia lampada al neon. Il testo di questa canzone non mi è sembrata mai vaga, con tanta voglia di presentare, insieme alla sua band, un sound magnifico e pieno di dettagli. In definitiva questo brano mi è apparso un esplicito manifesto poetico, dimenticabile per il suo contenuto, e dalla inquieta coloritura ambientale. Dieci.

Interessante è stata pure “Este amor” (durata 3.26). Questa traccia rappresenta uno di quei momenti più pacati dell’intero album , vuoi per i suoi ammansiti passaggi sonori, tratteggiati in tutte le sue sfumature dalla voce calda di Veloso e vuoi per quel tappeto sonoro della sua band che è stata capace di regalare all’ascoltatore una raggiera di note equilibrate e giocate su tonalità basse. In questa esecuzione Veloso si dimostra uno straordinario poeta in grado di perdersi in intense e spingenti dichiarazioni d'amore come se fossero racconti di fiabe musicate tra Brasile e l’ Africa. Il testo è una pura e splendida intuizione geniale nella quale il cantautore ha messo in scena tutta la sua creatività in modo leggiadro e ricreativo. Dieci

Un altro significativo brano è data da “Meia lua inteira “ (durata 3.43). Questa canzone è, a mio avviso, un abbraccio sonoro che guarisce ferite ancora aperte, momenti sospesi di riflessione dove la musica entra nel sangue, malinconica e struggente. Poetica e musica, quindi, si incontrano in un attimo di pura danza, mettendo in contatto diverse storie alla ricerca nostalgica di qualcosa di perduto. Aprono le danze le chitarre (viola caipira) di Bill Frisell e Marc Ribot, le percussioni di Nana Vasconcelos, gli assoli elettrici, e la voce di Veloso capace di regalare al suo pubblico una incisiva dichiarazione d’intenti dal profilo prettamente intellettuale. La traccia in questione è stata bene apprezzata da Nelson Motta, un noto giornalista, il quale ha scritto più di un articolo su questa canzone, indentificandola come un bellissimo movimento tropicalista. Questa traccia a mio avviso è la sintesi fra tutti i più vari stili e ritmi contaminati da soluzioni stilistiche arrivate anche da altre parti del mondo, che si sono coniugate perfettamente con gli elementi della tradizione locale del Brasile. Piace in definitiva questa esecuzione per la sua bella scena sonora, dal ritornello equilibrato ed armonioso e per il suo testo. Nove +

Anche i successivi sveleranno gradualmente idee e dettagli nuovi, in un maestoso crescendo di musica corposa e maestosa, che si muove simultaneamente in direzioni diverse. Veloso dimostra ancora una capacità di sfruttare motivi originali, infondendo ad ogni nota una potenza espressiva irresistibile.

Tracce

O estrangeiro Rai das cores Branquinha Os outros romanticos Jasper Este amor Outro retrato Etc Meia lua inteira Genipapo absoluto

Audio e copertina

L'acustica di questo cd contribuisce alla piacevolezza dell'ascolto ed inserisce una forte sensazione live che amplifica a mio avviso l’alta qualità della registrazione. Per quanto riguarda l’aspetto estetico della copertina sono del parere che qualsiasi album debba essere sostanzialmente un veicolo di messaggi diretti e significativi: ora la copertina di questo lavoro è gocciolante di originalità. Riscontro una compiaciuta ricercatezza stilistica, piena di saggia retorica e molto incisiva. In altre parole, la copertina di questo cd non passa certamente ignorata vuoi per quella accensione cromatica che allerta e dà peso, vuoi perché tinge le pareti della mente di intensità e di dramma, sommergendo ogni cosa , persino ombre e riflessi di ogni eventuale dubbio.

“Estrangeiro” mi è apparso un cd molto compatto, solido, cantato da una voce splendida e suonata da un gruppo di musicisti molto competenti, con alle spalle tanta esperienza autorevole. Lo stile di Veloso è semplicemente una gradevole commistione tra innovazione e sperimentazione. Il ritmo complessivo di ogni brano è stato costantemente equilibrato, con l’intento di esprimere futuristiche visioni musicali, personali ed emotive. Il suo talento mi ha regalato un’opera ricercata e ricca di dettagli musicali e di intarsi stilistici di notevole valore. A parere dello scrivente ciascun brano possiede una particolare tinta ed una sua specifica intensità cromatica: infatti ogni singola esecuzione è densa di morale, vestita di abiti morbidi, personali, immutabili, di un passato travagliato e di un suo particolare stato interiore ed esistenziale.

In definitiva la forza di “Estrangeiro” consiste nella sua varietà, nella sua centralità di comunicare, senza indugio, strumenti di conforto e di pacificazione , vietati inevitabilmente a chi è in cerca di trend effimera.

Kedan 

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