Papa Francesco: Evangelii Gaudium
L’esortazione apostolica di Papa Francesco pone in evidenza il suo chiaro modo di intendere l’azione evangelizzatrice della Chiesa e si rivolge ai fedeli cristiani “per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni”.
Una Chiesa nuova
Ecco la sua immagine di Chiesa: "Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione. La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie, che la pastorale ordinaria in tutte le sue istanze sia più espansiva e aperta, che ponga gli agenti pastorali in costante atteggiamento di “uscita” e favorisca così la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia...". Un comunità decisamente più aperta. Le sue riflessioni sono stimoli significativi per portare la comunità cristiana in un costante atteggiamento di “uscita”, non quindi di chiusura e arroccamento su se stessa. Più che l’autopreservazione auspica per la Chiesa un invito ad andare fuori e partire dalle periferie del mondo...
L’economia che uccide
Il Papa scrive nella Evangelii Gaudium che «questa economia uccide» e pone esattamente il problema che il sistema economico capitalistico, così come oggi si è evoluto, mette a rischio la vita. Quindi occorre molto pensare per sostituirlo con uno migliore, non per orientamento ideologico, ma perché in gioco c’è la sopravvivenza dell’uomo. Le parole dell’Esortazione sono in fondo molto semplici e l’analisi altrettanto evidente. "Così come il comandamento “non uccidere” pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, oggi dobbiamo dire “no a un’economia dell’esclusione e della inequità”. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in borsa. Questo è esclusione. Non si può più tollerare il fatto che si getti il cibo, quando c’è gente che soffre la fame. Questo è inequità... In questo contesto, alcuni ancora difendono le teorie della “ricaduta favorevole”, che presuppongono che ogni crescita economica, favorita dal libero mercato, riesce a produrre di per sé una maggiore equità e inclusione sociale nel mondo. Questa opinione, che non è mai stata confermata dai fatti, esprime una fiducia grossolana e ingenua nella bontà di coloro che detengono il potere economico e nei meccanismi sacralizzati del sistema economico imperante. Nel frattempo, gli esclusi continuano ad aspettare. Per poter sostenere uno stile di vita che esclude gli altri, o per potersi entusiasmare con questo ideale egoistico, si è sviluppata una globalizzazione dell’indifferenza...". Le radici delle considerazioni di Papa Bergoglio trovano fondamento nel magistero di Giovanni XXIII e Paolo VI rispettivamente nella “Pacem in Terris” e nella “Populorum Progressio”.
Il potere della finanza
Il Papa inoltre sconfessa chiaramente il solito teorema americano, suffragato da tutti i suoi presidenti, che fa scaturire la violenza e il terrorismo dallo scontro di civiltà, dove l’Occidente è il buono che lavora per la pace e gli altri sono i cattivi che la stravolgono. Dice invece che «fino a quando non si eliminano l’esclusione e l’inequità nella società e tra i diversi popoli sarà impossibile sradicare la violenza». Papa Francesco non vuole fare una dissertazione sul capitalismo, ma chiede che sia discusso e riformulato parlando di un’economia sociale di mercato che oggi neanche le sinistre hanno il coraggio di attuare. Quando usa quella frase «Questa economia uccide» e quando spiega che il capitalismo abbinato all’aggettivo sfrenato non porta allo sfruttamento, ma alla cultura dello scarto dove gli uomini diventano rifiuti, sottolinea in modo inequivocabile l’inaccettabilità di questo sistema. La cosa più preoccupante, secondo il pensiero del Papa, è quel clima di indifferenza nei confronti dell'attuale capitalismo che si fonda sulle stanze ovattate della finanza mondiale. Un potere grande che supera ogni latitudine che in nome del denaro e del profitto schiaccia i deboli che non hanno voce. Sono gli investimenti spietati che accarezzano la finanza e stravolgono il lavoro, l’inequità e la globalizzazione dell’indifferenza che preoccupano il Papa.
Ecco perché, a mio avviso, da questa Esortazione sono uscite cose chiare, robuste e severe che devono spingere tutti ad una riflessione ed evidenziano un pensiero ben preciso, finora mai così ben delineato, nel magistero della Chiesa.