Piazza Navona, Roma

Nell’ultima mia visita a Roma mi è rimasta impressa la straordinaria scenografia di piazza Navona, uno dei luoghi più celebri della città. Mi sono sempre domandato da dove derivasse la sua forma ellittica che richiama un anfiteatro, infatti ho scoperto che questa sua dimensione ovale ricalca direttamente l’antico perimetro del sottostante stadio di Domiziano.
Al tempo della potenza di Roma era quindi un luogo usato per gare ginniche ed esecuzioni musicali, si trattava quindi di un vero e proprio complesso sportivo e culturale. Doveva essere quindi una struttura di enorme capienza, infatti gli studi dimostrano che, con le sue dimensioni di 275 metri di lunghezza e 106 di larghezza, poteva contenere fino a 30.000 spettatori. Anche oggi la sua estensione da un senso di grandezza e di coinvolgimento. L’attuale visione è caratterizzata da edifici rinascimentali e barocchi che l’hanno portata all’attuale splendore.
Quello che più colpisce è al centro della piazza la fontana dei Quattro Fiumi realizzata da Gian Lorenzo Bernini nel 1651. Questa opera fa da eccezionale supporto alla copia del grande obelisco egizio, posto al centro della fontana. Mi ha destato meraviglia la possente opera di scultura che mostra la grande abilità del Bernini nel creare un effetto scenografico. Le colossali figure qui rappresentate impersonano i grandi fiumi dei quattro continenti: il Nilo, il Gange, il Danubio e il Rio della Plata.
Sono enormi statue che impressionano per l’imponenza dei corpi umani che interpretano i fiumi. Dinanzi ha queste sculture ho provato una sensazione di grande ammirazione. L’acqua che scende copiosa dal monumento trasmette soavità e quiete.
La fontana è coronata dalla colomba dello spirito santo, l’emblema del Papa Innocenzo X, fautore dell’opera. Come le altre opere della Roma rinascimentale esprime la grandezza di una città dove, in questo periodo, il papato manifestava, con grande apertura all’arte, il suo potere politico e spirituale. Per questo motivo l’opera è stata anche interpretata come simbolo del trionfo della Chiesa sulle quattro parti del mondo. Però, a mio avviso, la monumentalità di Roma del 600 esprime l’antropocentrica idea rinascimentale di grandezza dell’uomo.
Infatti anche queste opere, nonostante il governo dei Papi, sembrano manifestare una certa laicità di pensiero, confidando nella esclusiva potenza del genere umano. Questa piazza si inserisce in pieno nell’architettura della rinascita culturale del XVI e XVII secolo. Un’opera che, mio avviso, desta sentimenti di meraviglia e di grande contemplazione e si inserisce in un contesto di magica atmosfera.