Lettere ai Tessalonicesi
Le lettere di S. Paolo sono una parte importante della Bibbia che avrebbe bisogno di un lungo discorso storico - teologico, con l'esame e lo studio della figura di questo apostolo con le sue luci ed ombre.
Voglio invece semplicemente fermarmi su queste brevi lettere ai Tessalonicesi, riflettendo in modo particolare su questa frase:
"Chi non lavora, non mangi!"
Una espressione incastonata nella seconda lettera di Paolo ai Tessalonicesi. Tessalonica è la capitale della Macedonia Greca.
Di primo acchito questo testo, nel complesso, mi sembra scritto in tono un po' ridondante e ripetitivo.
Il tema di questo elaborato è il rimprovero dell'Apostolo Paolo a un comunità che vive nella convinzione dell'imminente ritorno di Cristo a completamento e a suggello della storia.
Questa comunità si era così abbandonata a forme quasi isteriche di religiosità sul modello di quanto ogni tanto ancora oggi si verifica in certe sette o gruppi apocalittici...
Per questo motivo molti avevano abbandonato la loro professione, conducendo una vita eccitata e indisciplinata, obbediente solo ai canoni di un misticismo illusorio.
La condanna di Paolo nei confronti di questi cristiani, è a mio avviso , netta e decisa e la frase, da cui prende spunto questo mio commento, ne è una prova evidente:
"Vi abbiamo sempre imposto questa regola: Chi non vuol lavorare neppure mangi!"
Quindi, secondo me, Paolo, in questo brano, che è entrato nella sacra scrittura, invita coloro che "vivono un'esistenza disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione" a "guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità" (3,11-12)
Leggendo questo breve testo , l'insegnamento che ne deriva è proprio quello di un impegno sereno e operoso nella preparazione all'incontro con Cristo, i cui tempi e date sono comunque ignoti.
Un invito quindi che nella storia si è ripetuto contro tutti movimenti millenaristici o apocalittici di coloro che reputano imminente la fine del mondo. Un invito quindi a rimboccarsi le maniche e a vivere nella realtà, senza fantasie ed eccitazioni
La lettura di questa lettera mi sembra si possa riassumere in questi inviti:
- l' accenno alla pazienza a perseverare, ad aspettare ...
- l' importanza della autonomia economica: non essere di peso agli altri;
- il biasimo dell'ozio .
Proprio quest'ultimo è l'aspetto morale che prevale su tutto: la severa ammonizione contro l'ozio legato a una falsa religiosità.
Leggendo questo breve scritto penso che si possano individuare questi insegnamenti come suggerimenti di vita.