Il cammino dell'uomo secondo l'insegnamento chassidico - Martin Buber

Un libretto interessante per parlare dell’uomo nel suo rapporto con se stesso, con gli altri uomini, con il mondo e con Dio.
Riflessioni che sono espresse con una preoccupazione pedagogica ed educativa
Un piccolo concentrato di saggezza.
E’ un’opera tratta da una conferenza che Buber tenne al Congresso di Woodbrook a Bentveld nell’aprile 1947 e pubblicata per la prima volta l’anno successivo.
UOMO, DOVE SEI?
Il testo si apre con la domanda “Uomo, dove sei?”, l’interrogativo rivolto da Dio ad Adamo che si era naaascosto. E’ la domanda fondamentale che è posta ad ogni uomo, in ogni tempo e in ogni luogo, è rivolta alla persona che, nascondendosi, da Dio si nasconde a se stessa.
Persistendo in questo nascondimento “davanti al volto di Dio” l’uomo “scivola sempre, e sempre più profondamente, nella falsità”.
Mi ha colpito questa considerazione di Buber.
“Per quanto ampio sia il successo e il godimento di un uomo, per quanto vasto sia il suo potere e colossale la sua opera, la sua vita resta priva di un cammino finchè egli non affronta la voce. Adamo affronta la voce, riconosce di essere in trappola e confessa. “Mi sono nascosto”. Qui inizia il cammino dell’uomo.”
Dio interpella ogni uomo: Dove sei nel tuo mondo? Dei giorni e degli anni a te assegnati ne sono già trascorsi molti: nel frattempo tu fin dove sei arrivato nel tuo mondo?”
La domanda è quindi ben più ampia ed è fatta apposta per suscitare una reazione, a patto che l’uomo sia disposto a venir colpito dalla domanda stessa.
Adamo si nasconde per non assumersi la responsabilità delle propria vita.
Da qui, dal ritorno a se stessi parte un cammino che riguarda ogni uomo e che sarà personale, diverso per ciascuno, cioè implicherà una scelta.
Scegliere significa rinunciare a certe cose per privilegiarne altre, adatte a sé, senza imitare altri.
Lungo questa via si snoda il percorso esistenziale di ogni uomo nella sua unicità e irripetibilità e nel suo valore fino all’unificazione del sé, della propria anima.
CERCA LA PACE NEL TUO LUOGO
Un’altra considerazione che ritengo fondamentale nell’opera è quella del superamento delle conflittualità, che nasce dalla pace interiore.
“Bisogna che l’uomo si renda conto che le situazioni conflittuali che lo oppongono agli altri sono solo conseguenze di situazioni conflittuali presenti nella sua anima, e che quindi deve sforzarsi di superare il proprio conflitto interiore per potersi rivolgere ai suoi simili da uomo trasformato, pacificato, e allacciare con loro relazioni nuove, trasformate."
I saggi maestri ebraici dicono: “Cerca la pace nel tuo luogo”. Non si può cercare la pace in altro luogo che in se stessi finchè qui non la si è trovata. Quando l’uomo ha trovato la pace in se stesso, può mettersi a cercarla nel mondo intero.
IL VERO TESORO E’ IL COMPIMENTO DELL’ESISTENZA
Un altro aspetto importante, che ho incontrato nel testo, parte da un aneddoto di saggezza ebraica
"Ai giovani che venivano da lui per la prima volta, Rabbi Bunam era solito raccontare la storia di Rabbi Eisik, figlio di Rabbi Jekel di Cracovia. Dopo anni e anni di dura miseria, che però non avevano scosso la sua fiducia in Dio, questi ricevette in sogno l'ordine di andare a Praga per cercare un tesoro sotto il ponte che conduce al palazzo reale. Quando il sogno si ripeté per la terza volta, Eisik si mise in cammino e raggiunse a piedi Praga. Ma il ponte era sorvegliato giorno e notte dalle sentinelle ed egli non ebbe il coraggio di scavare nel luogo indicato. Tuttavia tornava al ponte tutte le mattine, girandovi attorno fino a sera. Alla fine il capitano delle guardie, che aveva notato il suo andirivieni, gli si avvicinò e gli chiese amichevolmente se avesse perso qualcosa o se aspettasse qualcuno. Eisik gli raccontò il sogno che lo aveva spinto fin lì dal suo lontano paese. Il capitano scoppiò a ridere: "E tu, poveraccio, per dar retta a un sogno sei venuto fin qui a piedi? Ah, ah, ah! Stai fresco a fidarti dei sogni! Allora anch'io avrei dovuto mettermi in cammino per obbedire a un sogno e andare fino a Cracovia, in casa di un ebreo, un certo Eisik, figlio di Jekel, per cercare un tesoro sotto la stufa! Eisik, figlio di Jekel, ma scherzi? Mi vedo proprio a entrare e mettere a soqquadro tutte le case in una città in cui metà degli ebrei si chiamano Eisik e l'altra metà Jekel!". E rise nuovamente. Eisik lo salutò, tornò a casa sua e dissotterrò il tesoro con il quale costruì la sinagoga intitolata "Scuola di Reb Eisik, figlio di Reb Jekel". "Ricordati bene di questa storia - aggiungeva allora Rabbi Bunam - e cogli il messaggio che ti rivolge: c'è qualcosa che tu non puoi trovare in alcuna parte del mondo, eppure esiste un luogo in cui la puoi trovare"
Quindi il vero tesoro, a mio avviso, è nella tua casa, nella vita che stai vivendo.
E' proprio li che bisogna cercarlo, nelle situazioni di ogni giorno, dove accanto a delusioni, ad amarezze ci sono anche gioie semplici che possono riempire di significato.
“Là dove ci si trova”.
“Nell’ambiente che avverto come il mio ambiente naturale, nella situazione che mi è toccata in sorte, in quello che mi capita giorno dopo giorno, in quello che la vita quotidiana mi richiede: proprio in questo risiede il mio compito essenziale, lì si trova il compimento dell’esistenza messo alla mia portata.” Di questo libro Hermann Hesse osserva: “…è quanto di più bello io abbia letto. Lascerò che questo dono così prezioso e inesauribile mi parli ancora molto spesso…” Anch'io l'ho trovato una ottima sintesi di saggezza e di significati che rimandano alla semplicità di una vita piena e in pace con se stessi.