Raghad Saqfalhait: «Mi hanno colpito le storie che le pietre raccontano e l’accoglienza degli abitanti di Travo»
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L’incontro fra la passione del geologo che studia e interpreta le storie che le pietre possono raccontare e una giovanissima artista palestinese, dal carisma gentile e intenso, che queste storie le sa ascoltare e fare proprie, per riversarle nella sua ricerca, improntata sul dialogo autentico, misurato, profondo con un territorio. È stato questo l’oggetto della conversazione d’artista che si è svolta il 15 giugno a XNL Piacenza, il centro d’arte contemporanea, cinema, teatro e musica della Fondazione di Piacenza e Vigevano, che ha visto protagonista Raghad Saqfalhait (Ramallah, Palestina, 1996), artista che dal 3 maggio scorso è in residenza presso la comunità di Travo nell’ambito del progetto nazionale Una Boccata d’Arte, il geologo della Regione Emilia-Romagna Stefano Segadelli, e l’artista Claudia Losi, co-fondatrice di EN Laboratorio Collettivo e a sua volta impegnata in progetti di ascolto e dialogo con il paesaggio. Ha moderato l’incontro la coordinatrice regionale di Una Boccata d’Arte Sofia Baldi Pighi, accompagnata da Marina Nissim e Bruno Barsanti, rispettivamente presidente e direttore di Fondazione Elpis, il prestigioso ente con cui XNL ha avviato questa collaborazione.
«Le rocce non sono semplici sassi, sono come un libro che si sfoglia e racconta la storia di come è evoluto un nostro territorio», ha ricordato il geologo Segadelli in apertura di un appassionante intervento sulle caratteristiche geologiche della nostra provincia. Da quando ancora il mare occupava l’Emilia-Romagna, rocce sedimentarie, metamorfiche, magmatiche, si sono stratificate e dalle loro sezioni è stato possibile definire il periodo Piacenziano, utilizzato in tutto il mondo nella scala dei tempi geologici. Si è parlato poi dei mutamenti del paesaggio, del prezioso diaspro presente sul monte Lama, per raccogliere il quale gli antichi percorrevano chilometri, al fine di costruire utensili e punte di lancia, ma soprattutto si è riflettuto su come si sia persa la capacità di osservarlo e comprenderlo, questo territorio. «Se riuscissimo a recuperare un po’ di sensibilità e attenzione per l’ambiente che ci circonda, questo ci aiuterebbe a vivere meglio», ha chiosato il geologo.
Una capacità d’ascolto che Segadelli ha invece ritrovato e ammirato in questa giovane artista che coglie i dettagli e ascolta le rocce, ed è curioso di vedere come potrà tradurre tutto in arte, nel nascente progetto La montagna è ancora in movimento - لا يزالُ الجبلُ يتحرّ, un sentiero d’artista, un percorso fisico e mentale composto da sculture e materiali raccolti nella sua ricerca, con cui Saqfalhait metterà in relazione la millenaria storia geologica del territorio della Valtrebbia e il paesaggio simbolico dell’immaginazione popolare (www.unaboccatadarte.it).
Raghad ha sviluppato il suo interesse per la geologia, cercando di rispondere alla sua ricerca di un metodo per produrre un’arte realmente connessa con un luogo e capace di raccontarne la storia. La risposta è stata appunto l’ascolto della materia che concreta il paesaggio e delle persone che lo abitano.
«Mi ha colpita a Travo sentire quando le persone raccontano le storie di alcune parti della Pietra Perduca, di quella fenditura in cui l’argilla si solidifica e poi torna malleabile, e nel farlo usa termini e immagini che sono propri della comunità, che scaturiscono dalla relazione fra le persone e il loro ambiente». E ringrazia la comunità del piccolo borgo della Valtrebbia per l’accoglienza che le ha riservato «C’è chi mi ha accompagnata in luoghi per sé speciali, dove andava da bambino con il nonno, dove trova rifugio e bellezza. E ogni volta che ho chiesto qualcosa mi è stato dato il doppio: racconti, fotografie, ospitalità. Grazie».
Una forma d’arte che scaturisce da un tempo lento e carico di relazioni, come quelle costruite dall’artista Claudia Losi sulla Via delle Sorelle. Lungo tre dei 130 km che collegano le città sorelle di Brescia e Bergamo, è stato di recente inaugurato il suo progetto artistico “Al tuo passo” (a cura di Alessandra Pioselli e Ilaria Bignotti), un’installazione permanente di pietre lavorate e incise dall’artista, disseminate lungo il sentiero che da Nembro arriva alla frazione di Lonno. Un’opera permanente da calpestare e scoprire all’interno del cammino bidirezionale che parte da due siti Unesco – Bergamo alta e il Museo di Santa Giulia con la sua basilica longobarda -, pietre lavorate insieme agli artigiani locali, che parlano degli incontri e degli scambi che l’artista ha avuto nell’arco di mesi con le tante persone che hanno percorso quel sentiero, dall’alpinista alla contessa, fino alla giovane e appassionata sindaca di Lambro che le ha regalato il titolo del progetto, da un monito che le ricordava spesso suo padre: “stai con gli altri, ma al tuo passo”.
All’incontro del 15 giugno sono intervenuti, per i saluti iniziali, anche la consigliera di cda di Fondazione di Piacenza e Vigevano Elena Uber e il sindaco di Travo Lodovico Albasi e la direttrice di XNL Arte Paola Nicolin, e poi Marina Nissim e Bruno Barsanti, rispettivamente presidente e direttore di Fondazione Elpis, ricordando la genesi del progetto d’arte contemporanea una Boccata d’arte. Nata durante la pandemia con l’intento di far conoscere i piccoli meravigliosi borghi del territorio italiano, l’iniziativa si sviluppa ogni anno in venti borghi italiani vede ospiti altrettanti artisti, invitati a trascorrere un breve periodo di residenza per realizzare un intervento d’arte in relazione al territorio e alle tradizioni locali.