Giovanna d'Arco, icona delle donne nella storia
In fondo, chi era Giovanna? Una pazza, un’eroina, una santa o una ribelle? Sono tantissime le interpretazioni che si sono susseguite e su di lei si è scritto tantissimo.
Chiunque voglia rapportarsi con la storia di Francia deve fare necessariamente i conti con questa figura dai tratti profetici e guerrieri, ma che, soprattutto, era una donna. E, come ha affermato Alessandro Barbero in una recente conferenza, nel Medioevo di donne si parla pochissimo, Giovanna rappresenta un’eccezione. Le poche donne di cui si è scritto molto in quell’epoca erano principalmente legate al misticismo religioso, come nel caso di Caterina da Siena. Giovanna è diversa: era, senza dubbio, mossa da un’incrollabile fede e da una cieca fiducia nella “voci” che le hanno parlato, stando alle sue parole, fino all’ultima udienza del suo processo, ma lei stessa non ambiva, almeno in un primo momento, alla sicurezza del chiostro. Ella voleva andare in guerra vestita da uomo e guidando altri uomini, era una donna che, in pieno Medioevo, fece tutte quelle cose che alle donne erano vietate e se, da un lato, ha trasfigurato la società civile del tempo, dall’altro ha cambiato il corso stesso della storia europea nel momento più disperato della Francia dei Valois. Si sono confrontati con lei fino ad oggi innumerevoli filosofi, storici, romanzieri e musicisti, tutti quanti affascinati dal fascino da amazzone della Pulzella d’Orléans; è impossibile ignorare l’impatto che questa ragazza morta a 19 anni ha avuto sul corso della storia europea. Giovanna era una donna ribelle che rifiutava le convenzioni della società del tempo per adempiere la sua missione, arrivando a comandare uomini d’arme di grande esperienza e guadagnandone il rispetto e la stima, come emerso dalle testimonianze del processo di revisione tenutosi svariati anni dopo la sua morte. Lei, che fece quello che era vietato alle donne, ha dimostrato a tutta l’Europa del tempo ed alla storia mondiale, il ruolo che può avere una donna nel cambiare il corso della storia. Mai nessun’altro ha fatto così tanto in così poco tempo. Alessandro Magno, a paragone, visse la sua epopea in 10 anni, ma erano due situazioni completamente differenti, eppure non si può negare l’impatto che ha avuto questa contadina della Lorena nell’influenzare i destini di milioni di persone, capace di modificare gli assetti di due tra i più grandi troni europei del tempo e di sconfiggere alcuni tra i più grandi generali del suo tempo. Molte testimonianze, tra l’altro, insistono sul fatto che, nonostante fosse molto ingenua in alcuni aspetti, dimostrava una capacità prodigiosa nelle tecniche d’assedio e con la spada. Una figura, quindi, fuori dall’ordinario anche se messa confronto con i suoi compagni d’arme maschili e, sicuramente, dotata di un eccezionale coraggio nell’affrontare la sua “missione”, quali che fossero le ragioni delle sue “voci” o la natura del suo credo. Una donna, dunque, che, nel Medioevo, seppe cambiare la storia degli uomini; una donna che, rifiutandosi di accettare il ruolo passivo che le assegnava la società del tempo, sedeva al fianco dei re, guidava le cariche dei guerrieri ed affrontò a testa alta il proprio processo, spesso schernendo i propri carnefici. Oggi è la santa più venerata in Francia, della figura di cui si sono serviti tutti i partiti politici nella storia francese ed a lei sono dedicate piazze e statue dappertutto assurgendo, ormai, a simbolo francese.
(Nell'immagine "Giovanna e l’Arcangelo" di Michael Eugene Thirion, realizzato nel 1876, rappresenta il momento in cui viene svelato alla giovane il suo futuro di condottiera. Al centro della tela troviamo gli occhi terrorizzati della giovane che fissano l’osservatore rivelando uno suo stato d’animo scosso dall’apparizione.)
Giovanna d’Arco. Terza parte: l’eretica e l’icona