Il Castello di Venere a Erice
La storia del Castello di Venere, affonda le proprie radici nel passato più lontano, quando sulla vetta del monte, giunsero i Sicani, un popolo indigeno, che intorno al XII secolo a.C. , elevarono una piccola ara all'aperto, dedicata ad una divinità femminile, considerata dea dell'amore, della fecondità e protettrice dei naviganti.
Successivamente gli Elimi e i Punici-Cartaginesi mantennero il culto della dea, da loro chiamata Astarte, incrementando la sua fama fra tutti i popoli del Mediterraneo.
I punici furono i primi ad introdurre riti e usi orientali tra cui, il culto della prostituzione sacra, e l'allevamento delle colombe, animale sacro alla divinità, che volavano intorno le mura del cosiddetto "recinto sacro".
Pellegrini da ogni parte vi giungevano per rendere omaggio alla dea protettrice, intrattenendosi in seguito con le bellissime sacerdotesse, chiamate Jerodule, che si concedevano volentieri ai marinai in nome della dea.
Erice, così come il tempio, per anni furono protagonisti dei numerosi mutamenti storici, passando dalla dominazione greca a quella romana.
Con la caduta dell'impero romano, Erice e il suo santuario caddero nell'oblio, al punto che, per 800 anni, scomparve ogni traccia dell' omonima cittadina dalle fonti storiche.
Rinasce grazie agli Altavilla, che conquistano la cittadina portandola al suo antico splendore.
Su quella rocca, che per secoli aveva ospitato il santuario della dea, i normanni fecero di tutto per cancellare ogni rito pagano che ancora persisteva sulla vetta e, per queste finalità, distrussero il tempio costruendo al di sopra di esso il loro maestoso maniero.
Con l'estinzione della dinastia normanna-sveva, Erice e la sua fortezza seguirono le sorti della Sicilia, passando da dominazione in dominazione, rimanendo piazza reale fino al XVI secolo e successivamente prigione, ospitando anche un presidio di soldati spagnoli.
Intorno al 1800 divenne proprietà del Comune.
Ad oggi la fortezza, che è situata su una rupe isolata, cui anticamente si accedeva attraverso un ponte levatoio, è caratterizzata da maestose mura ornate di merli ghibellini
Al di sopra del portone d'ingresso si possono notare: lo stemma Asburgo di Spagna, un piombatoio che serviva per ostacolare il nemico e una meravigliosa bifora trecentesca.
Al suo interno si possono ammirare, oltre ad una vista panoramica senza tempo, dei reperti archeologici databili dall'età arcaica fino all'età normanna, come:le terme romane, il pozzo di Venere,resti del tempio di Venere, il ponte di Dedalo, la colombaia, la muraglia medievale, le feritoie, un tunnel medievale e le carceri borboniche.
Pro Loco Erice