Le relazioni familiari nell’era delle reti digitali

Le tecnologie digitali rafforzano o indeboliscono le famiglie? Per rispondere a questo interrogativo il Rapporto Cisf 2017 un’approfondita indagine empirica (3.708 interviste su un campione statisticamente rappresentativo delle famiglie italiane), dedicata alle modalità con cui le Information & Communication Technologies (ICT) vengono utilizzate dalle famiglie e ne influenzano la vita quotidiana. In particolare l’analisi descrive il modo in cui le interazioni virtuali entrano nelle famiglie e modificano sia le relazioni interne tra i familiari che quelle di ciascuno di essi con l’ambiente esterno. Nel corso degli ultimi decenni si è realizzata una profonda rivoluzione antropologica. Le tecnologie della comunicazione digitale trasformano le relazioni fra le persone, mediandole sempre più con vere e proprie protesi tecnologiche, e con ciò facilitano i cambiamenti di identità e di comportamento. Questa rivoluzione tecnologica, investendo gli individui, influisce necessariamente anche su ciò che designiamo come famiglia. Il concetto di famiglia, e tutti i suoi simboli (la coppia, le relazioni generazionali, le identità sessuali), diventano le prime cavie di un crescente disorientamento/entropia culturale. Nella famiglia di oggi il calore delle relazioni corporee, faccia-a-faccia, si mescola sempre più con le comunicazioni che avvengono con lo smartphone o attraverso Internet. Quindi quella che può essere definita una tendenza alla “ibridazione delle relazioni sociali” riflette l’esposizione e la competenza nei confronti delle ICT, ossia aumenta progressivamente nelle generazioni più giovani. Questo processo non appare necessariamente negativo; anzi, dai dati dell’indagine emerge che l’ibridazione delle relazioni interpersonali con la rete sembra avere più effetti positivi che negativi a riguardo di quasi tutti gli indicatori della coesione familiare, e in parte anche rispetto alla partecipazione civica nella sfera pubblica. La famiglia “ibridata” non è né buona né cattiva; propone tuttavia una forma diversa di relazionalità, che non sempre rafforza i legami tra i membri della famiglia. In effetti essere costantemente connessi non sempre significa “essere in relazione”. Nello specifico delle strategie educative dei genitori nei confronti dei figli, esse sono molto differenziate, e tratteggiano una responsabilità genitoriale molto eclettica e flessibile, che naviga a vista, e di volta in volta può orientarsi al concedere ampi spazi di libertà, oppure supervisionare con discrezione, tentando di porre qualche limite. Si registra una situazione curiosamente contraddittoria: a fronte di una percezione molto forte del rischio educativo legato ai “nuovi media” i genitori non sembrano in grado di attuare adeguati comportamenti di presidio educativo, in un mix variabile tra paura, controllo e concessione di spazi anche eccessivi di libertà di azione. Un dato rimane comunque preoccupante, dai risultati del Rapporto Cisf 2017: oltre il 30% di famiglie con figli minori “non fa nessuna di queste azioni”, e rimane così essenzialmente “tagliata fuori” da questo ampio spazio di vita – digitale, ma non per questo meno “reale” - dei propri figli.
Dal RAPPORTO CISF 2017: Modelli di “ibridazione delle relazioni familiari” tra reale e digitale: 1) famiglie marginali e/o escluse (28,6%); soprattutto anziani soli o al massimo in coppia, che usano poco o nulla le ICT; 2) famiglie mature moderatamente in rete (13,4%): prevalentemente adulti di età matura, con figli grandi, nel web in maniera moderata e con una certa selettività; 3) famiglie più giovani decisamente in rete (23,8%): in gran parte un po’ più giovani delle precedenti (in media due figli, tutti minori di 18 anni), con una maggiore propensione all’utilizzo delle ICT e maggiori contatti via web; 4) single giovani e coppie di giovani (gli “ibridati” veri e propri, 34,2%): in prevalenza single e coppie più giovani (molti conviventi non sposati), assai più istruiti degli altri gruppi di famiglie, molto più immersi nel mondo delle tecnologie, più disponibili ai contatti, più abili nello stare sul web.
Francesco Belletti
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