OCTOGESIMA ADVENIENS - Paolo VI
In occasione dell’ottantesimo anniversario della Rerum Novarum, il 14 maggio 1971, Paolo VI pubblica la Lettera apostolica Octogesima Adveniens, nella quale riafferma la validità della dottrina sociale della Chiesa e ne sviluppa, in relazione alla nuova situazione sociale degli anni Settanta, l’insegnamento.
Nuovi problemi, come l'urbanesimo,
![]() la protesta giovanile, le rivendicazioni delle donne e dei lavoratori, richiedono una risposta. Papa Montini, sempre attento alle sollecitazioni che provengono dal mondo, propone un progetto di società che salvaguardia l'uguaglianza e la partecipazione di tutti. Il cristiano, secondo il Pontefice, rifiutando l'adesione all'ideologia marxista e a quella capitalista, deve perseguire i valori della solidarietà e del servizio. Il papa bresciano, profeticamente, sottolinea tematiche di estrema attualità: “Con la crescita demografica che si avverte soprattutto nelle giovani nazioni, il numero di coloro che non riescono a trovar lavoro e sono costretti alla miseria o al parassitismo, andrà aumentando nei prossimi anni, a meno che un risveglio della coscienza umana non dia vita a un movimento generale di solidarietà attraverso un'efficace politica di investimenti, di organizzazione della produzione e della commerciabilità, come pure, del resto, di formazione” (n.18). Un pensiero viene rivolto, allora come oggi, anche ai lavoratori emigrati “la cui condizione di stranieri – afferma Giovanni Battista Montini - rende ancor più difficile, da parte dei medesimi, ogni rivendicazione sociale, nonostante la loro reale partecipazione allo sforzo economico del paese che li accoglie. È urgente che nei loro confronti si sappia superare un atteggiamento strettamente nazionalistico, per creare uno statuto che riconosca un diritto all'emigrazione e favorisca la loro integrazione” (n.17). La soluzione proposta dal Papa è quella della giusta ripartizione dei beni nel mondo: “Negli scambi mondiali, bisogna superare i rapporti di forza, per giungere ad accordi fondati sulla comune utilità” (n. 43). In questa prospettiva Paolo VI ribadisce il concetto di giustizia che deve consentire ad “ogni paese di promuovere il proprio sviluppo nel quadro di una cooperazione esente da qualunque spirito di dominio, economico e politico” (n. 43). |