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FIDES ET RATIO - Giovanni Paolo II
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da ricarolricecitocororo - il mio canto libero
L’enciclica, pubblicata nel 1998, risente dell’influsso di Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.“La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s'innalza verso la contemplazione della verità”. Queste le parole dell’incipit iniziale del testo: una metafora essenziale per comprendere che fede e ragione non si escludono a vicenda, ma al contrario si possono completare e sostenere.Giovanni Paolo II ha voluto argomentare questo concetto con uno scritto corposo e complesso, tanto che molti giornalisti hanno bollato l’enciclica come “troppo difficile”.Bisogna dire che le difficoltà di lettura non mancano perché il testo torna, secondo lo stile di Carol Wojtyla, ripetutamente sugli stessi temi, affrontandoli da punti di vista diversi.Tuttavia non è complicato cogliere lo schema fondamentale del pensiero del pontefice che, come in altri scritti, presenta innanzitutto una situazione secondo il piano di Dio, a cui fa seguito l’allontanamento degli uomini attraverso il peccato e infine la possibilità di restaurazione e di ritorno al piano originario di Dio.La fede, per il papa polacco, non va solo accettata, ma pensata. Infatti nessuna fede religiosa può essere vissuta e accettata se non è prima preceduta da un’adesione intellettuale.“Per quanto riguarda l'intellectus fidei, si deve considerare, anzitutto, che la Verità divina, «a noi proposta nelle Sacre Scritture, interpretate rettamente dalla dottrina della Chiesa», gode di una propria intelligibilità così logicamente coerente da proporsi come un autentico sapere” (n 66).L’uomo quando usa, secondo la metafora iniziale, solo un’ala, o la fede o la ragione, si trova sempre in grande difficoltà. Infatti queste virtù da sole sono incomplete.Concludendo Giovanni Paolo II si rivolge sia ai teologi come agli scienziati chiedendo di “guardare in profondità all’uomo, che Cristo ha salvato nel mistero del suo amore, e alla sua costante ricerca di verità e di senso. Determinante per la sua realizzazione sarà soltanto la scelta di inserirsi nella verità, costruendo la propria abitazione all'ombra della Sapienza e abitando in essa. Solo in questo orizzonte veritativo comprenderà il pieno esplicitarsi della sua libertà e la sua chiamata all'amore e alla conoscenza di Dio come attuazione suprema di sé” (n 107).