DEUS CARITAS EST - Benedetto XVI
Si tratta della prima enciclica di Benedetto XVI pubblicata nel 2005. È la prima parte di una profonda riflessione teologica che si è completata con le successive encicliche sul tema della speranza (Spe salvi) e della carità (Caritas in veritate).
Papa Ratzinger, attraverso questo scritto, ha voluto portare una luce nuova sulla tematica dell’amore in un’epoca dove ostilità ed avidità sono diventate superpotenze. Il pontefice ha voluto ricordare che c’è bisogno di riscoprire il Dio vivente che ci ha amati fino alla morte.
È quindi l’amore di Dio e del prossimo il cardine su cui ruota tutta la vita umana.
Il Nuovo Testamento, ci ricorda il papa, privilegia la parola agápe rispetto, rispetto ad éros, inteso come amore bramoso o sessuale e a philía, intesa come amore di amicizia (n 3).
Si espone poi alla critica alla Chiesa di Nietzsche secondo la quale il cristianesimo ha distrutto l’eros, disprezzando il corpo e la vita coniugale innalzando, con i suoi comandamenti, “cartelli di divieto” (n 3). La risposta del papa è che l’éros, o amore di desiderio, non è un male in sé, ma va disciplinato e purificato ( n 4).
L’enciclica mette in evidenza come l’Antico Testamento non abbia rifiutato in alcun modo l’eros citando il cantico dei Cantici che è una raccolta di “canti d'amore, forse previsti per una festa di nozze israelitica, nella quale dovevano esaltare l'amore coniugale” (n 6).
In sintesi il papa afferma che siamo fatti per avere desideri, ma dobbiamo desiderare in modo corretto ed amare bene.
Nell’ultima parte il documento si sofferma sulla attività caritativa svolta oggi nel mondo e si riferisce, in particolare, alle organizzazioni non governative che operano in questo settore.
Papa Raztinger sottolinea come questo servizio è “semplicemente la risposta a ciò che, in una determinata situazione, costituisce la necessità immediata: gli affamati devono essere saziati, i nudi vestiti, i malati curati in vista della guarigione, i carcerati visitati, ecc.” ( n 31).
Il punto fondamentale del documento papale è però che le opere di carità devono essere solamente basate sull’amore di Dio, non su qualche promessa o rendiconto umano.