CITTA' VECCHIA - Fabrizio de André

Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi
ha già troppi impegni per scaldar la gente d'altri paraggi,
una bimba canta la canzone antica della donnaccia
quello che ancor non sai tu lo imparerai solo qui tra le mie braccia.
E se alla sua età le difetterà la competenza
presto affinerà le capacità con l'esperienza
dove sono andati i tempi di una volta per Giunone
quando ci voleva per fare il mestiere anche un po' di vocazione.
Una gamba qua, una gamba là, gonfi di vino
quattro pensionati mezzo avvelenati al tavolino
li troverai là, col tempo che fa, estate e inverno
a stratracannare a stramaledire le donne, il tempo ed il governo...
"La città vecchia" incisa da Fabrizio De André nel 1965 in un 45 giri insieme a "Delitto di paese" ed inserita nell'album "Tutto Fabrizio De André" del 1966. In realtà, però, la canzone, come dichiarato dallo stesso cantautore genovese, sarebbe stata scritta nel 1962. Il titolo ed il concetto stesso del brano sono ispirati da una celebre poesia di Umberto Saba che però, nonostante una morale simile, offre una ideologia abbastanza differente da quella espressa da De André. La differenza tra le due scuole di pensiero è impostata sull'influenza del Signore in determinate situazioni di difficoltà e la visione di De Andrè viene espressa proprio nella prima frase della canzone ovvero: "Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi, ha già troppi impegni per scaldare gente d'altri paragi..." che non è altro che una frase ripresa dalla poesia "Embrasse moi" del 1946 di Jacques Prévert e sottolinea la presunta assenza del sostegno di Dio nelle vite delle vittime della società. E' proprio a queste vittime che Faber dedica questa canzone e cioè a tutte quelle persone emarginate per volere o per sorte dalla vita civile. Ubriachi, prostitute, ladri, assassini e tutta quella gente che vive agendo in modo spesso lontano dalla propria volontà ma che viene comunque giudicata come la feccia del mondo. (da marcoliberti.it)