Quiet - Susan Cain

Pubblicato il da ricarolricecitocororo - il mio canto libero

Siamo in una società dove molti rientrano nella categoria degli introversi.
L'introduzione a questo testo di Susan Cain ci ricorda che:
"Li vediamo, anche se non li sentiamo. 
A volte ci disturbano, con la loro reticenza. 
Altre volte ci affaticano, perché cedono sempre il passo a noi. 
Altre volte ancora li apprezziamo, perché sembrano innocui. 
Sono almeno un terzo delle persone che conosciamo: sono quelli che preferiscono ascoltare, invece che parlare; che preferiscono leggere invece che fare vita sociale; quelli che creano e inventano, ma che non ostentano la loro opinione. 
A molti di loro dobbiamo alcuni dei più grandi progressi dell'umanità: dalla teoria della gravità, all'invenzione del computer, da Harry Potter a Google.
Ma come trovano spazio gli introversi in una società che sembra premiare solo le personalità estroverse, competitive ed egocentriche?"
In questo libro Susan Cain, raccontando la sua esperienza di timidezza, mette in risalto gli introversi spiegando la loro forza e il ruolo importante nella società.

Impressioni
Ho trovato un testo interessante che incoraggia chi non ama apparire in pubblico, ma che invece, e sono molti, riesce a pensare ed avere idee sorprendenti e innovative. Trovandomi anch'io più a mio agio in questa categoria di persona, ho molto apprezzato questa riflessione di Susan Cain che ha avuto grande successo in America.
Viviamo in una società creata su misura per i piacioni ed i chiacchieroni, padroneggia la cultura dell'apparire del presentarsi in maniera sfrontata davanti ad un pubblico.
Il modo di pensare comune è orientato verso coloro che sanno presentarsi bene: basta citare lo studio degli psicologi Paulhus e Morgan della University of British Columbia, secondo cui valutiamo gli estroversi più intelligenti e più interessanti di quanto siano, e scambiamo la velocità nel parlare con la competenza. 
L’estroversione è una qualità positiva, beninteso, il guaio è che è diventata uno standard tirannico e pervasivo, dall’asilo all’ufficio. 
Siamo sottoposti alla tirannia degli estroversi, eppure gli introversi sono un esercito "quieto" ma vastissimo. 
E' ora di una riscossa, in loro soccorso arriva Susan Cain, avvocato di origine ebrea con la passione per la scrittura, che per il suo saggio ha intervistato decine di scienziati esperti di temperamento e di psicologia dell’evoluzione.
Cos' il commento di Annalena Benini sul Foglio Quotidiano:
“Non c’è nessuna correlazione tra essere il migliore conversatore e avere le idee migliori”, è una delle frasi più consolanti mai sentite, per quelli che vorrebbero chiudersi dentro un armadio a leggere, o partire per il deserto, piuttosto che partecipare a un talk-show televisivo o a una cena di simpaticoni autopromozionali. 
Anche: “Non c’è niente di male ad attraversare la strada per evitare una chiacchierata”, è una liberazione morale (comprende anche il non rispondere al telefono), ma il confine tra introversione e maleducazione è labile, e bisogna essere sinceri con se stessi. 
E’ vero che ci vuole coraggio a essere introversi: scrive Susan Cain che gli estroversi in questo momento storico considerano gli introversi come gli uomini hanno considerato le donne fino agli anni Sessanta: assoluto stato di subalternità. 
E si preferisce, in buona fede, che i bambini vadano a scuola prestissimo, il motivo è: la socializzazione. 
Non c’è niente che preoccupi un genitore più di un figlio introverso, che preferisce stare per i fatti suoi invece di gettarsi fra la gente e diventare il capo dei Coniglietti.
Susan Cain fa un lungo elenco galvanizzante di persone introverse che hanno mosso il mondo (Einstein, Darwin, Chopin, Van Gogh, Newton), anche se erano semplicemente dei geni, quindi era irrilevante che fossero estroversi. 
Ma forse erano dei geni anche perché passavano molto tempo dentro la loro testa, invece che dentro autopromozioni."

Come salvarsi da un mondo dove viene premiato solo chi ha una buona parlantina, solo chi sa difendersi bene, magari calpestando pure gli altri?
La riscossa degli introversi può cominciare, a mio avviso, anche dalla scrittura, dalla comunicazione, attraverso i blog personali che aumentano sempre di più nel mondo di internet.
E' una possibilità per dare a voce a tutti per esprimere le proprie idee, anche a chi fa fatica e si blocca davanti ad un pubblico.

 

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