Milan Kundera - L'insostenibile leggerezza dell'essere

Una lettura interessante che fa scoprire come la vita è simile a una composizione musicale, infatti l'autore vuole presentare la segreta armonia dell'essere, dell'esistenza...
Non presenta una vera e propria trama, quanto piuttosto una narrazione frammentata che ricostruisce le vicende della vita di quattro giovani (Tomas, Tereza, Franz ,Sabina) le cui vite si incrociano durante la progressiva occupazione di Praga da parte delle forze russe.
Questo libro è un racconto pieno di vita, di filosofia, di riflessioni, vorrei commentarlo partendo dalle citazioni, proprio per capire la bellezza di queste parole che suscitano grandi emozioni...
"L'uomo vive ogni cosa subito per la prima volta, senza preparazioni. Come un attore che entra in scena senza aver mai provato. Ma che valore può avere la vita se la prima prova è già la vita stessa? Per questo la vita somiglia sempre a uno schizzo. Ma nemmeno "schizzo" è la parola giusta, perché uno schizzo è sempre un abbozzo di qualcosa, la preparazione di un quadro, mentre lo schizzo che è la nostra vita è uno schizzo di nulla, un abbozzo senza quadro.
"Einmal ist keinmal". Tomas ripetè tra sé il proverbio tedesco. Quello che avviene soltanto una volta è come se non fosse mai avvenuto. Se l'uomo può vivere solo una vita, è come se non vivesse affatto."
E' un libro alla cui base vi è un concetto elementare. Vuole dirci che ogni nostra azione, ogni nostro istante è irripetibile; perché la vita stessa è irripetibile. Ci dice che non siamo preparati ad essa e che non abbiamo seconde possibilità. Tutto ciò che scegliamo o consideriamo inizialmente come leggero rivela presto il suo incredibile peso.
Attraverso i dialoghi e le riflessioni dei personaggi siamo catapultati in una riflessione continua sulla vita e sulla sua "leggerezza" e fragilità....
Cos'è questo libro?
Potremmo anche definirlo filosofico, ma senza quella pesantezza propria di una parte della filosofia.
Con leggerezza - eccola, eccola la parola chiave! - la storia viene narrata, e ti senti coinvolto, presente nello scenario di questo racconto che regala un estremo verismo ai suoi protagonisti.
E' vero Tomas, i suoi tradimenti e il suo amore, è vera Tereza, il suo disagio e i suoi sentimenti, vera è Sabrina, le sue infedeltà, la sua disillusione, è vero Franz, l'insicurezza e l'istantanea follia. E' vera l'umiliata Praga, il ponte Carlo piangente la sua ingenuità in quel '68, il suo coraggio...
Cosa si prova a leggere questa leggerezza?
Ognuno può reagire a suo modo dinanzi a questa lettura, a me ha fatto sentire una sensazione prossima alla malinconia...
E' libro non facile da capire, perché la riflessione filosofica si mescola alla poesia, il dramma storico si unisce al racconto autobiografico. Si potrebbe riassumere in un "acquarello stanco, ma ancora vivo".

La lettura di queste pagine danno quella sensazione particolare che è difficile da spiegare e potremmo definire proprio con "insostenibile leggerezza dell'essere", una espressione che è ormai diventata un modo di dire comune...
Kundera è riuscito in modo unico a far provare, tramite le sue parole, quell'emozione particolare indicata nel titolo...
"La nostra vita quotidiana è bombardata da coincidenze o, per meglio dire, da incontri fortuiti tra le persone e gli avvenimenti chiamati coincidenze.[...]. L'uomo, spinto dal senso della bellezza, trasforma un avvenimento casuale in un motivo che va poi a iscriversi nella composizione della sua vita." Questa è l'idea che pervade questo romanzo "filosofico": l'uomo è esposto all'imprevedibile, ma dal modo in cui egli accorda le coincidenze, che il caso gli propone, dipende l'armonia della sua vita.
E' straordinaria la capacità di Kundera di rappresentare le situazioni umane; formidabile la sua maniera di descrivere l'inesorabile scorrere delle nostre vite.
E' un libro che è caratterizzato da un narrazione unica, ricca di riflessione e di pensiero...
Un successo letterario, un grande capolavoro.