L'Avana amore mio - Alejo Carpentier

Pubblicato il da ricarolricecitocororo - il mio canto libero

Un libro che incanta e stupisce per la sua capacità di descrivere una città. 
La capitale cubana è, in queste pagine, vista dall'occhio del suo più grande scrittore.
Alejo Carpentier per tutta la vita, continuò a recuperare l’Avana nella memoria e a restituirla descritta in una doppia dimensione storica e poetica.
Questo volume raccoglie diversi scritti dell'autore, soprattutto articoli e cronache pubblicate nel corso degli anni.

L'autore
Nato nel 1904 è stato uno scrittore e giornalista cubano, ottimo conoscitore della musica e della pittura; può considerarsi l'iniziatore e uno dei maggiori rappresentanti della corrente letteraria latinoamericana del realismo magico, da egli definito real maravilloso.
Si scontrò con la Cuba di Machado e fu costretto a vivere all'estero a motivo delle sue idee politiche. 
Nel 1959 aderì con entusiasmo alla rivoluzione castrista e vi rimase fedele fino alla morte.
E’ uno dei più grandi scrittori latino-americani del Novecento. 
Tra i suoi libri più importanti, I passi perduti (1953), Il secolo dei lumi (1963), Il ricorso del metodo (1974), Concerto barocco (1974), L’arpa e l’ombra (1979). 
Nel 1977 ottenne il Premio Cervantes.
Morì a Parigi nel 1980.

L'Avana
L'Avana, amore mio è un libro necessario per entrare nell'anima di questa città. 
Significa accostarsi agli elementi che determinano la vita della capitale a cui lo scrittore ha dedicato, negli anni, le sue pagine più commosse, nutrite di ricordi...
Questo testo raccoglie tutti le sue riflessioni sulla città.
Dal primo scritto, del 1930, all’ultimo del 1973, si snoda una cronaca e una memoria della capitale come lui l’ha vissuta dall’infanzia alla giovinezza.
Il racconto di una città in cui poteva capitare di tutto, un centro di cultura sempre pronto a ricevere dal mondo ogni meraviglia.
Sebben siano testi distanti l’uno dall’altro, riescono a trasmettere un’unità sorprendente che supera il tempo.
Si racconta dell’Avana opulenta ricca e sfarzosa degli anni trenta, con i ricconi americani, insieme all’estrema povertà dei neri e degli straccioni. 
C’è poi L’Avana gioiosa del Triunfo de la Revolucion di Castro.
Un libro da leggere per conoscere più profondamente lo spirito di questa città.

La vitalità dell’Avana
Carpentier in un suo passo del libro cita Rabelais, il quale affermava che la peggiore malattia che potesse affliggere l’uomo è la mancanza di denaro... .
Invece lui afferma che la peggiore malattia è la mancanza di curiosità... 
Perché il possesso di denaro non esime l’uomo dalla noia. 
La carenza di curiosità, invece, può portarci a estremi assurdi. 
Racconta poi di un miliardario conosciuto a Parigi poco dotato di fantasia, talmente negato a ogni inquietudine spirituale che riusciva a distrarsi soltanto passando giornate intere in un negozio di parrucchiere, parlando con il suo barbiere... 
Non si divertiva poi tanto tra pennelli e lozioni. 
Ma lì, almeno, annoiarsi non richiedeva il minore sforzo fisico né spirituale da parte sua... 
Che era già qualcosa. 
Per Carpentier l’Avana ha un privilegio che solo le grandi capitali del mondo possono vantare. Ed è che la noia non abita nelle sue strade. 
Le strade dell’Avana sono uno spettacolo perenne: teatro, caricature, dramma, commedia, o qualsiasi altra cosa. 
Ma c’è in esse materia viva, umanità, contrasto, che possono fare la gioia di qualunque osservatore. 
Per non parlare di certi sobborghi della capitale!... 
Per non parlare del porto!... Perché qui entriamo nel regno delle fiabe.

Avana gioiosa
Così racconta l’autore la sua conoscenza diretta della città:
“Ho vissuto la drammatica notte del crac economico del 1920, che lasciò l’Avana come disabitata, e seppi anche delle notti buie del periodo di Machado. 
Più tardi ho conosciuto l’Avana poverissima degli anni ‘29 e ‘30, e l’Avana già meno povera, un po’ in ripresa, degli anni ‘39 e ‘40. 
L’ho vista prospera e felice; l’ho vista triste e ferita. 
Vi sono passato durante quel drammatico Natale del 1957 in cui, accanto al chiasso fasullo e vizioso di tre o quattro alberghi di lusso abitati da croupier, trafficanti di droga e frequentati da giri di prostituzione internazionale, nelle case che non conoscevano l’abete natalizio si vivevano giorni di lutto e d’indignazione... 
Posso vantarmi di essere un profondo conoscitore dell’Avana; ma non solo della sua topografia e dei suoi itinerari interessanti. 
Ho visto crescere l’Avana con il secolo. 
L’ho contemplata sotto le luci più diverse. In cento occasioni ho ascoltato le sue voci, i suoi segreti, e le ho preso il polso... 
Ebbene: come intimo conoscitore dell’Avana posso affermare di non avere mai visto regnare in questa città l’allegria,
l’allegria generale, la gioia collettiva che oggi la animano.”
Parlando della situazione della città nel 1959 al momento della rivoluzione di Castro cosi racconta:
La strada, la piazza pubblica, l’agora offrono uno spettacolo di entusiasmo, di fiducia, di partecipazione a un Grande Avvenimento che io non avevo mai visto prima all’Avana... 
Sotto i portici di Monte, di Reina e della vecchia piazza della Puerta de Tierra si trovano bancarelle di figurine (simili a quelle di Susini che collezionavamo quando eravamo bambini) che raffigurano episodi della rivoluzione cubana e che, raccolte in album, rappresentano una storia illustrata dell’avvenimento. 
I negozi di giocattoli e di souvenir offrono bambolotti di barbudos. 
Ovunque si assiste a esposizioni all’aperto di trattori e macchine agricole donate da commercio e industria. 
Nella Plaza del Cristo, davanti alla vecchia Fonda de las Maravillas, l’« Imperatore del Pasticcio » ha decorato il suo banchetto con questo cartello: «Consuma prodotti nazionali »... 
Una mostra di plastici della Sierra Maestra e della Ciénaga de Zapata, inaugurata sabato scorso, attrae una fitta folla. 
E presto cinquantamila guajiros a cavallo, con i loro cappelli di foglie di palma, le loro giacchette corte, le scarpe di vitello, roncole e machete sfileranno — Oh, dèi del Cucalambé! — per le strade di questa gioiosa Avana del 1959.”
Un immagine che racconta anche la profonda fiducia in questo grande avvenimento che ha cambiato la storia di Cuba.

Carpentier è un autore di grande rilievo che ha saputo far incontrare due mondi: quello europeo e quello latino americano.
Infatti, trascorrendo lunghi periodi della sua vita a Parigi, ha saputo mediare tra queste due culture lasciando per iscritto opere di indubbia qualità e grande valore artistico.

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