Bobbio e la sua abbazia
BOBBIO è una splendida località, nell'Appennino piacentino, un borgo medievale ricco di storia.
Descrivere questa cittadina è per me motivo di gioia, perché la visito spesso, per motivi di lavoro, e ne sono sempre affascinato.
* Collocazione geografica
Bobbio, 272 mt sul livello del mare, si colloca tra la montagna e il mare: dista 45 km da Piacenza e si raggiunge percorrendo la strada statale 45 che collega Piacenza a Genova oppure da Pavia passando dal passo Penice.
Il paesaggio è caratterizzato da montagne appenniniche che delineano un magnifico panorama ma soprattutto influenzano il clima regalando frescura nel periodo estivo e proteggendo il paese da venti e nebbie in inverno. Sulle montagne si alternano fertili campi coltivati, pascoli e fitti boschi in cui trovano rifugio numerosi animali e dove si sviluppano molte varietà vegetali.
Il fiume Trebbia è la spina dorsale di Bobbio e del suo territorio.
E' bello osservare come le sue acque scorrono tra rocce e sassi, disegnando un percorso tortuoso con strapiombi, rocce emergenti e cascate. Infatti quando percorro questa statale rimango incantato dal panorama che cambia ad ogni stagione.
Non per niente questa valle è stata anche celebrata e cantata dal grande scrittore Ernest Hemingway come la "valle più bella del mondo".
Lungo il percorso del Trebbia, inoltre, è possibile praticare vari sport: escursionismo, canyoning, discese in canoa, rafting, nuoto, pesca. D'estate le tante spiaggette che il fiume forma durante la sua discesa a valle consentono ai bagnanti di godersi il sole in tranquillità.
Diverse volte anche nelle giornate super afose di questo luglio ne ho approfittato, con la mia famiglia, per un momento di refrigerio nelle limpide acque di questo fiume.
* Città d'arte
Oltre ad essere collocata in una posizione geografica invidiabile, Bobbio è anche una città d'arte a pianta medioevale d'importanza europea per il ruolo religioso, culturale e civile svolto nell'Alto Medioevo con la presenza di S. Colombano.
I monumenti più importanti da vedere sono:
la Basilica e Monastero di S. Colombano, il Museo, il Duomo, il Castello e il caratteristico ponte Gobbo.
La via Francigena che corre dal Po al Passo della Cisa attraversando anche Bobbio esprime, ancora oggi la memoria storica di questo territorio.
* Abbazia di S. Colombano
Qui mi soffermo per descrivere la grande Abbazia fondata dal monaco irlandese S. Colombano, infatti la storia di Bobbio si identifica con quella di questo monastero fondato dal santo nel 614.
La attuale struttura risale al periodo tra il 1456 ed il 1522, sopra i resti della chiesa conventuale anteriore al 1000.
Un complesso grandioso, ora sede delle scuole e di associazioni del comune, che racchiude la chiesa, il chiostro e vari porticati.
Pensate che il romanzo "Il nome della rosa" di Eco descrive l'abbazia, dove si svolge la vicenda, collocandola nell'Appennino del nord Italia. Tenendo conto della grande biblioteca che qui si trovava, si può individuare proprio nel monastero di Bobbio, il complesso monumentale di cui parla il libro.
* Biblioteca
Infatti qui c'era un grande "Scriptorium" e una grandissima biblioteca, famosa in tutto il mondo medievale.
La regola colombaniana, a differenza di quella benedettina, faceva obbligo al monaco di esercitarsi ogni giorno anche nel campo culturale: "... poiché ogni giorno è necessario alimentarsi onde poter crescere, altrettanto ogni giorno è doveroso pregare, lavorare e leggere".
Già nei primi anni della fondazione, cominciò ad operare uno "scriptorium", un gruppo di monaci incaricati di preparare e confezionare nuovi libri. Poco alla volta si formò una preziosa biblioteca.
Qui vi confluirono i codici portati dai monaci, altri più antichi reperiti nell'area dell'Italia settentrionale con la mediazione della corte longobarda e quelli prodotti dallo scrittorio locale. Per tutto il secolo settimo e ottavo, lo "scriptorium" di Bobbio appare come il più attivo ed efficiente dell'Italia del Nord. Vi sono maestri irlandesi: il loro influsso lo si riconosce nello stile della miniatura e nel particolare sistema della abbreviature. Una delle sue realizzazioni più prestigiose è certamente quella del "Glossarium Bobiense", una specie di enciclopedia già nel IX secolo.
Questo argomento l'ho approfondito per ragioni di lavoro scolastico e mi ha molto appassionato.
La biblioteca raggiunge già nel decimo secolo una consistenza prodigiosa: più di 700 codici.
Per darvi un'idea, se si pensa che dei 150 manoscritti latini anteriori al VII secolo oggi conservati, ben 25 appartenevano alla biblioteca di Bobbio, forse è più facile comprendere il ruolo fondamentale che aveva questo monastero nella trasmissione della cultura.
Via, via nei secoli successivi purtroppo si assiste ad un lento declino di questa Biblioteca che viene smantellata per acquisti, donazioni, ma anche trafugamenti, nel 1720 restano solo 122 codici.
Si arriva poi nel 1801, per ordine delle autorità francesi (napoleoniche), alla soppressione del Convento e in seguito vengono messi all'asta gli ultimi libri rimasti.
I codici più importanti oggi li possiamo ritrovare in varie città: il famoso" K 55 con i Vangeli di S. Marco e S. Matteo" alla biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, il palinsesto delle Commedie di Plauto alla Biblioteca Ambrosiana di Milano, il "Virgilio Medico" alla Biblioteca Laurenziana di Firenze, il "De Repubblica" di Cicerone alla Biblioteca Vaticana di Roma e altri dispersi in città europee.
* Impressioni ed emozioni
Pensate però, come nel medioevo, quanta cultura era raccolta in queste mura.
Qui la comunità di san Colombano è stata un incisivo punto d'irradiazione, di cui purtroppo sono in pratica scomparse le tracce dalla memoria della storia italiana. Per alcuni secoli, infatti, Bobbio è stato un centro culturale di primaria importanza. In Italia e in tutta l'Europa non temeva confronti. E' stato un crocevia di culture come poche altre fondazioni monastiche: ha visto innestarsi nel territorio appenninico la cultura irlandese e da qui ha esteso ovunque le sue relazioni culturali. Attraverso spazi e tempi, ha tenuto le fila di una profonda vitalità spirituale e di una intramontabile curiosità umanistica.
I monaci colombaniani hanno espresso un cristianesimo caratterizzato da una spiccata componente ascetica sempre accompagnata da una viva intelligenza nella ricerca della conoscenza e del sapere, nell'arte, nella poesia, nella filosofia e nella letteratura.
Ogni volta che cammino per i lunghi corridoi dell'Abbazia, con il soffitto a volta che trasmette l'eco dei tuoi passi, mi sembra di sentire ancora la presenza dei monaci dediti alla preghiera e curvi nello scriptorium intenti a scrivere.
E' una sensazione particolare e unica che, ancora oggi, mi fa respirare quella grande spiritualità e la notevole sapienza che in questi luoghi si sono vissute ...
Una visita che vi consiglio per scoprire un luogo incantevole della nostra bella Italia.