L'erotismo mistico di santa Teresa d'Avila
"Vuestra soy" è una profonda dichiarazione di amore e appartenenza a Dio, in cui la santa rivela il suo intimo desiderio di unirsi a Lui in una forma di amore mistico che trascende il piano terreno. La poesia, pur inserendosi nel contesto di una relazione spirituale con Dio, esprime anche tonalità appassionate e sensuali, rendendola un esempio paradigmatico della mistica cristiana. Santa Teresa parla a Dio come se fosse il suo amante, con un linguaggio che sembra quasi superare il confine tra la devozione religiosa e la passione umana. I termini e le immagini che utilizza - come l'abbandono totale del sé e il desiderio di essere posseduta da Dio - hanno una forte connotazione sensuale. Questa sensualità mistica non è solo una questione di linguaggio poetico, ma riflette un'esperienza spirituale profonda: l'anima che anela a Dio con la stessa intensità con cui un amante desidera l'amato. Teresa si consegna completamente, senza riserve, chiedendo di essere condotta e trasformata secondo la volontà divina. Il contrasto tra l’amore mistico e quello carnale diventa quasi impercettibile nel testo: la tensione verso Dio è descritta con una tale intensità che può facilmente essere interpretata come passione fisica. Tuttavia, questa non è una contraddizione, ma piuttosto una fusione di piani diversi. L'amore umano, nella sua forma più alta e pura, diventa un’immagine dell’amore divino, e viceversa. In questo senso, l'eros e l'agape, l'amore passionale e quello incondizionato, si intrecciano in un’unica esperienza spirituale. La riflessione di Santa Teresa è profondamente incarnata: l’esperienza mistica non è astratta, ma tocca la totalità dell’essere umano, corpo e anima. La sensibilità del corpo, con i suoi desideri e pulsioni, non viene negata, ma trasfigurata, diventando una via per arrivare a Dio. In questo modo, l’amore mistico di Teresa non è solo spirituale, ma anche corporeo, nel senso che coinvolge tutta la persona in un abbandono completo e appassionato a Dio. In "Vuestra soy", Teresa rivela la possibilità di un incontro con Dio che non passa attraverso la negazione del desiderio, ma attraverso la sua trasformazione e sublimazione. L’anima non cerca solo di amare Dio, ma di essere amata, di appartenere a Lui in modo totale e di sentirne la presenza viva e tangibile. La passione sensuale, quindi, diventa simbolo dell’unione mistica, e il linguaggio dell’amore umano diventa il mezzo con cui esprimere l’indicibile, cioè l’unione ineffabile con Dio.