PENSIERI e MEDITAZIONI - KAHLIL GIBRAN

Il libro, scritto per celebrare un altro poeta libanese K. Effandi Mutran, si sofferma, con delicatezza e poesia, sul tema della trasmigrazione della anime, con lo sfondo del mondo orientale dipinto in maniera fiabesca.
"Ti dico sinceramente che i pensieri
hanno una dimora più elevata
del mondo visibile,
e i suoi cieli non sono offuscati dalla sensualità.
L'immaginazione trova la strada
per il regno degli dei,
e li l'uomo può gettare uno sguardo
su ciò che sarà, dopo che l'anima
si libererà dal mondo della sostanza".
Il racconto, è un panegirico per questo poeta Effandi, uno degli amici più prossimi di Gibran, di cui loda la grande anima.
Degno di rilievo il capitolo, "Nella notte oscura", scritto nel periodo della Prima Guerra Mondiale, durante la carestia in Libano.

"Nella notte oscura la Morte cammina
e noi camminiamo dietro di essa.
E quando lei volge indietro lo sguardo,
centinaia di anime cadono ai lati della strada.
E chi cade si addormenta per non svegliarsi più.
E chi tiene il passo marcia tremante
con la terribile certezza di cadere più avanti
e di raggiungere coloro che si sono arresi alla Morte
e sono entrati nel sono eterno.
Ma la Morte prosegue la sua marcia,
con lo sguardo fisso al lontano Crepuscolo".
Immagini un po' cupe e drammatiche, che però esprimono bene la tragedia di una guerra...
Un libro, con lo stile caratteristico di Gibran, che rispecchia la sua vita, anche privata, avvolta da un alone d'oscurità e misticismo...