G. CAVALLO: Le BIBLIOTECHE nel MONDO ANTICO e MEDIEVALE
Testo di grande importanza che viene consigliato agli studenti di paleografia e lettera antiche di Guglielmo Cavallo.
L'autore (Carovigno, 1938) è uno dei massimi studiosi italiani di paleografia e storia della scrittura.
Laureatosi in Lettere presso l'Università di Bari nel 1961, assistente di Paleografia e Diplomatica presso lo stesso ateneo fino al 1968.
Dal 1969 si trasferisce a Roma, prima come assistente di Paleografia greca alla Scuola speciale per archivisti e bibliotecari e poi, dal 1970 al 1974, come professore di Storia della tradizione manoscritta presso l'Università "La Sapienza".
Nel 1975 gli è assegnata la cattedra di Paleografia latina nella suddetta Scuola Speciale.
Dal 1978 è professore ordinario di Paleografia greca a Roma.
Argomenti trattati nel volume:
Le biblioteche ellenistiche (L. Canfora);
Biblioteche private e pubbliche a Roma e nel mondo romano (P. Fedeli);
Scuola, 'scriptorium', biblioteca e Cesarea (G. Cavallo);
Le biblioteche nel mondo bizantino (N. G. Wilson);
La biblioteca di corte di Carlo Magno (B. Bischoff);
Le biblioteche del XII secolo negli inventari dell'epoca (B. Munk Olsen);
Gli umanisti e la biblioteca pubblica (L. Gargan);
Biblioteca, libri, scritture nella Napoli aragonese (A. Petrucci).
La biblioteca alla corte di Carlo Magno
Mi ha colpito una interessante riflessione sulla biblioteca di corte di Carlo Magno a firma di Bischoff che è inclusa nel testo.
"La biblioteca di corte di Carlo Magno fu sicuramente di grande rilevanza.
Molte furono, però le difficoltà per ricostruire questo grande patrimonio, in quanto nel suo testamento ordina che i libri siano venduti per beneficenza a persone interessate.
Una delle riconoscenze a lui dovute è la codificazione dei diritti tribali e degli antichi canti epici germanici.
Tre sono le strade da percorrere per ricostruire il contenuto di questa grande biblioteca:
Le testimonianze di copie di testi antichi e contemporanei eseguite per Carlo.
L’esistenza di biblioteche locali che prendevano come fonte e come modello i testi della biblioteca di corte.
L’analisi paleografica di manoscritti di corte che rivelava tipiche caratteristiche nella riconoscenza dei testi.
Molte erano le donazioni che contribuivano ad accrescere la collezione della biblioteca.
Anche una parte del bottino di guerra di Carlo costituita da libri, fece da incremento al numero di volumi.
La presenza di testi rari nella biblioteca di corte è dovuta probabilmente, anche al progetto culturale a cui il re era legato, come fondare scuole, costruire e rinnovare biblioteche.
Inoltre, in quell’epoca si riscopre la dialettica come materia d’insegnamento.
A ciò è legata l’esistenza di un intero corpus di testi sull’argomento.
Sicuramente la magnificenza di una tale biblioteca era dovuta anche alla presenza di note personalità, abituali a corte e partecipanti ad un’intensa vita intellettuale.
Tra i codici risalenti all’ambiente di corte il più importante è sicuramente il 'Beda Moore' della biblioteca universitaria di Cambridge.
Scritto nel 737 è il manoscritto più antico della Historia ecclesiastica ed il capostipite di una grande famiglia continentale.
La sua appartenenza alla biblioteca di Carlo è dettata dalla scrittura delle appendici.
Di esso, comunque ne fu fatta una copia per facilitarne la consultazione, che poi lo portò in Francia occidentale.Il catalogo di Berlino, Diez. B.66 è il più antico indice di libri del Medioevo in cui sono descritti i testi presenti nella biblioteca di corte di Carlo. Tale manoscritto fu redatto nell’VIII secolo, forse proprio alla corte di Carlo e fu poi ampliato per opera di un italiano.
Nella biblioteca è sicuramente da notare una forte concentrazione di testi classici.
La fine di questa grande biblioteca non è precisa.
Certo, dopo la morte del re molti dei libri di alto livello non ebbero difficoltà a trovare dei compratori.
Di molti testi però, non vi sono più gli originali.
E’ soprattutto a Corbie che son rintracciabili molti testi facenti parte della biblioteca di corte".
Impressioni
Nel complesso il libro è veramente di grande interesse e offre una panoramica completa sulle biblioteche antiche e sul significato di biblioteca.
A questo proposito sono illuminanti le parole della premessa dove si spiega il significato di biblioteca
“In età moderna può significare la serie di libri che formano una collana; o la teoria di scaffali, lo scaffale, un armadiolo, una nicchia, anche solo un ripiano e una mensola, dove risposano i libri o destinati alla collocazione di questi; o un ambiente specifico concepito per la custodia e l’uso dei libri; o un edificio tutto intero finalizzato alla conservazione, lettura consultazione, talora di libri; o una dimensione del cuore, una cifra della memoria…”
Anche nel mondo antico e medievale, la biblioteca investe una molteplicità di significati ed implica modelli diversi.
Il testo si propone, attraverso i vari saggi, di scoprire il fondamento di qualsiasi biblioteca, una raccolta di libri, reale o pensata, sostenuta da un progetto che la disegna, anticipa, provoca…
Interessante la domanda sulla copertina del libro:
“Quante volte la civiltà sarebbe dovuta ripartire da zero, se non ci fossero state le biblioteche?”
Un interrogativo che sottolinea l’importanza fondamentale delle biblioteche per salvaguardare la cultura di ogni popolo.
Un libro quindi di grande spessore e usato nelle università dove ci sono esami di Paleografia