Video making

Pubblicato il da ricarolricecitocororo - il mio canto libero

Quale orizzonte mediale?

«Non è possibile oggi stabilire con chiarezza cosa è mediale e cosa non lo è, né si può definire quando entriamo in una situazione mediale e quando ne usciamo: siamo piuttosto immersi in sistemi e ambienti di relazioni e di scambi, pronti a usare le differenti risorse che tali ambienti ci mettono a disposizione» (Eugeni, p.28). È quanto sottolinea Ruggero Eugeni nel suo saggio La condizione postmediale (La Scuola, Brescia 2015), in cui prende atto dei cambiamenti nella presenza e nell’utilizzo dei media nel vivere sociale; media sempre più compenetrati nel nostro quotidiano, fusi nelle nostre abitudini e azioni. Viviamo oggi all’interno di una condizione postmediale, rimarca ancora Eugeni, che «chiede la messa a punto di idee, concetti e modelli radicalmente nuovi rispetto a quelli che nel passato ci hanno aiutato a fare i conti con i media e a regolare le nostre relazioni (…) con essi» (Eugeni, p.10). Una riflessione che si ricollega al Messaggio di papa Francesco per la 53a Giornata mondiale per le comunicazioni sociali, in cui viene approfondito il ruolo dei media oggi, in particolare della Rete, richiamando la necessaria ricerca di un equilibrio, di un bilanciamento tra il nostro abitare lo spazio digitale e il continuare a costruire delle relazioni prossime, segnate dall’incontro vero. Francesco ha riconosciuto sì il valore della community, ma ci ha invitati a non dimenticare il ruolo primario e fecondo della comunità: la Rete è una risorsa se è «complementare all’incontro in carne e ossa»; «se la rete è usata come prolungamento o come attesa di tale incontro, allora non tradisce se stessa e rimane una risorsa per la comunione» (Francesco, Messaggio per la 53a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali). A ben vedere, nello scenario mediale contemporaneo occupano una presenza certamente rilevante i media audiovisivi, che come riconosce il 15° Rapporto sulla comunicazione del Censis sono tra i più ricorrenti nel nostro consumo quotidiano, attraverso i vari dispositivi di cui abitualmente ci serviamo. Guardando infatti i dati Censis, gli italiani che utilizzano Internet sono oltre il 78% (mentre tra gli under 30 la quota di utenti si attesta al 90%), il 67,5% Whatsapp, mentre oltre il 50% è su Facebook e YouTube. La televisione, poi, conquista l’89% degli italiani, mentre la fruizione della tv via Internet raggiunge oltre il 30% della popolazione e le piattaforme in streaming come Netflix, Prime Video o NowTv arrivano a interessare quasi il 30% dei giovani under 30. Non è da trascurare, poi, una sempre maggiore transmedialità, «attraverso l’ibridazione di dispositivi tecnologici, reti di trasmissione, piattaforme di produzione e di distribuzione, che caratterizza il sistema mediatico della comunicazione contemporanea» (Censis, 2018).

Pratiche di video-making nella dimensione pastorale

Partendo da questa cornice, è importante capire le possibilità dell’utilizzo di digital e social media nella dimensione educativa e pastorale, in particolare l’uso dei media audiovisivi e le pratiche di video-making. Oggigiorno, infatti, attraverso i dispositivi portatili più comunemente diffusi, a cominciare da smartphone e tablet, è possibile attivare una grande varietà di iniziative comunicative, informative oppure culturali sul territorio. Un tablet o uno smartphone possono essere contemporaneamente fotocamere, videocamere, console di montaggio così come device con cui postare contributi audio-video in Rete e sui social. Nel concreto: in ambito pastorale, è possibile promuovere diverse azioni comunicative ricorrendo alle pratiche di video-making. Dalla diretta streaming di eventi pastorali attraverso i canali YouTube o Facebook - non trascurando però la normativa sulla privacy, il nuovo Regolamento generale sulla protezione dei dati - , a un vero e proprio storytelling delle iniziative culturali della parrocchia. L’Ufficio comunicazione diocesano, poi, può servirsi di strumenti audiovisivi e social media per integrare la propria prassi comunicativa, rilasciando sistematicamente dei video-messaggi del vescovo oppure proponendo delle clip dei suoi incontri con la comunità; ancora, rilanciando l’agenda comunicativa e culturale della diocesi o della singola parrocchia, proponendo un video-racconto dei momenti comunitari. L’attività giornalistica dell’Ufficio comunicazioni sociali diocesano, poi, deve necessariamente tenere conto delle tecniche di video-making per integrare la propria comunicazione, affiancandola all’attività di comunicati stampa, all’uso di social media e all’agire in sinergia con i media partner. Si pensi ad esempio alla copertura stampa di un evento locale: se l’UCS territoriale riuscisse a fornire un girato o un video montato a network locali o nazionali (Agenzia SIR, Tv2000, InBlu Radio, Avvenire, CEInews.it), così come un podcast audio, le potenzialità divulgative per la diocesi sarebbero valorizzate. Da tempo ormai si chiede a giornalisti e a operatori della comunicazione di saper lavorare con un approccio cross-mediale, a utilizzare gli strumenti della professione in maniera convergente. Ancora, come la scuola si mette in gioco con video-lezioni e supporti per la didattica attraverso i canali educational di YouTube o altri social media, non è un azzardo pensare anche a delle pillole di video-catechismo realizzate in ambito pastorale e condivise magari su un canale YouTube dedicato. Smartphone e tablet possono essere inoltre un prezioso ausilio per la gestione di tecnologia all’avanguardia come droni o strumentazioni per la ripresa video: se pensiamo ad esempio alla Santa Messa su Rai Uno, promossa dalla Rai e dalla Conferenza Episcopale Italiana, le immagini della “cartolina” paesaggistico-culturale della località visitata vengono realizzate con il supporto di droni oppure con riprese sperimentali fatte anche con device di ultima generazione. Da ultimo, proprio lo stesso Mooc in “Educazione digitale” è un esempio virtuoso di come coniugare il sapere con la fruizione agile grazie ai media digitali, alle pratiche di video-making: video lezioni di accademici e professionisti studiate secondo dinamiche e modalità fruitive della cultura contemporanea.  

Gianni Epifani

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