La storia - Elsa Morante

Pubblicato il da ricarolricecitocororo - il mio canto libero

Nel secondo Novecento italiano uno dei più grandi romanzi, accolto con grande favore dai lettori, è stato proprio la Storia.
Alla sua pubblicazione nel 1974 alcuni autorevoli critici espressero riserve, qualche volta molto aspre. 
Il libro, tuttavia ha continuato ad avere successo in Italia, all'estero e persino fuori dall'Europa.
A questo romanzo (pensato e scritto in tre anni, dal 1971 al 1974) Elsa Morante consegna la massima esperienza della sua vita "dentro la Storia" quasi a spiegamento totale di tutte le sue precedenti esperienze narrative: da "L'isola di Arturo" a "Menzogna e sortilegio". 
La Storia, che si svolge a Roma durante e dopo la seconda guerra mondiale, è un testo che vuole parlare parlare in un linguaggio comune e accessibile a tutti.

La gente comune                                                                                                                  Siamo di fronte ad grande libro direi poderoso anche per la sua mole, ma avvincente e sempre coinvolgente. E’ l’opera più famosa della Morante, pubblicata nel 1974 con diverse accoglienze da parte dei critici, ma con grandissimo successo editoriale. Il motivo di tale affermazione è , a mio parere, la grande capacità dell’autrice di mettere al centro di un grande avvenimento, come l’ultima guerra mondiale, i fatti e gli episodi che riguardano la gente comune. La Morante, in questo testo, che è un atto di accusa nei confronti della vicenda bellica, si esprime con un drammatico realismo, usando un linguaggio accessibile a tutti. I protagonisti sono la maestra Ida Ramundo e i figli Nino e Useppe.
Essi vivono la triste storia della guerra: i bombardamenti, il trasferimento a Pietralata, la convivenza con altri senzatetto, l’adesione di Nino prima alla milizia fascista poi alla resistenza, il difficile dopoguerra.

Il bombardamento a Roma                                                                                                        Un episodio, di questo libro, che mi ha molto emozionato è quello del bombardamento di Roma nel 1943 da parte degli Alleati. Ida e il suo piccolo Useppe perdono, in un momento, sotto le bombe, tutto quello che possiedono: la casa, il cane e le loro poche cose. Mi ha impressionato l’estremo realismo e la descrizione particolareggiata dell’avvenimento.
Ida con in braccio Useppe si mette a correre dopo lo scoppio delle prime bombe. Ecco qui la descrizione commovente dell’autrice: “Verso il fondo, essa cadde a sedere, con Useppe stretto fra le braccia. Nella caduta, dalla sporta le si era riversato il suo carico di ortaggi, fra i quali, sparsi ai suoi piedi, splendevano i colori dei peperoni, verde, arancione e rosso vivo.
Con una mano, essa si aggrappò a una radice schiantata, ancora coperta di terriccio in frantumi, che sporgeva presso di lei. E assestandosi meglio, rannicchiata intorno a Useppe, prese a palparlo febbrilmente in tutto il corpo per assicurarsi ch’era incolume. Poi gli sistemò sulla testolina la sporta vuota come un elmo di protezione.” Lo stile dell’autrice è veramente nitido e intenso che, anche secondo i critici, richiama il linguaggio della fotografia del cinema. Anche a me ha provocato questa emozione di vedere, attraverso le parole, delle immagini, delle foto, grazie alla descrizione magistrale della Morante.

La casa distrutta dalle bombe                                                                                                 L’altro momento toccante del racconto è la scoperta della loro casa distrutta dalle bombe. “Qui Useppe prese a dibattersi con tanta frenesia che riuscì a svincolarsi dalle sue braccia e a scendere in terra. E correndo coi suoi piedini nudi verso una nube più densa di polverone, incominciò a gridare:
“Bii! Bii! Biiii!!” (Useppe chiama il cane Bliz che era rimasto in casa)
Il loro caseggiato era distrutto. Ne rimaneva solo una quinta, spalancata sul vuoto. Cercando con gli occhi in alto, al posto del loro appartamento, si scorgeva, fra la nuvolaglia, del fumo, un pezzo di pianerottolo, sotto a due cassoni dell’acqua rimasti in piedi. Dabbasso delle figure urlanti o ammutolite si aggiravano fra i lastroni di cemento, i mobili sconquassati, i cumuli di rottami e di immondezze. Nessun lamento ne saliva, là sotto dovevano essere tutti morti.” In questo toccante episodio del libro mi ha colpito la grande capacità dell’autrice di delineare le vicende degli umili travolti dagli avvenimenti. E' la storia della guerra, che si ripete in tutte, che travolge i più deboli e i più innocenti.

Impressioni                                                                                                                                    E’ un grande libro! Solo un po’ troppe le pagine che richiedono tempo e impegno… Ho trovato nell’autrice una grande abilità nel cogliere i personaggi e nel sapersi calare in loro.
Si immedesima a tal punto da rendere anche noi lettori partecipi della sofferenza dei protagonisti. E’ questa una grande perizia letteraria della Morante a cui va riconosciuto il merito. Un libro, a mio avviso, emozionante e coinvolgente che ripercorre la nostra storia ed è degno di occupare un posto nella propria libreria.

 

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Terrò conto di questa tua segnalazione, mi sembra proprio un libro interessante.
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